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[79]
E poi che per (tracciarlo e farne ſcempio
     Non ſi sfoga il fellon, ne diſacerba,
     Vien ſra le donne di che e pieno il tèpio,
     Ne piú l’una de l’altra ci riſerba,
     Ma di noi fa col brando crudo & empio
     Quel che fa co la falce il villan d’ herba,
     Nò vi ſu alcun ripar ch’in vn momento
     Trenta n’uccife, e ne feri ben cento.

[80]
Egli da la ſua gente e ſi temuto
     C Imorao no ſu ch’ardiſſe alzar la teſta:
     Fuggon le donne col popul minuto
     Fuor d la chieſa, e chi puovſcir nò reſta,
     Quel pazzo impeto al ſin ſu ritenuto
     Da gli amici co prieghi, e ſorza honeſta,
     E laſciando ogni coſa in pianto al baffo
     Fatto entrar ne la rocca in cima al ſaſſo.

[81]
E tuttauia la cholera durando
     Di cacciar tutte per partito preſe,
     Poi che gli amici e’l populo pregando
     Che non ci vcciſe a fatto gli conteſe,
     E quel medeſmo di ſé adare vn bando
     Che tutte gli ſgombraſſimo il paeſe,
     E darci qui gli piacque le confine
     Mifera chi al caſtel piú s’ auuicinc.

[83]
Da le mogli coſi ſuro i mariti
     Da le madri coſi i ſigli diuiſi,
     S’ alcuni ſono a noi venire arditi
     Noi ſappia giá chi Marganor n’auifi:
     Che di Multe grauiſſime puniti
     N’ha molti, e molti crudelmente vcciſi:
     Al ſuo catello ha poi fatto vna legge
     Di cui peggior non s’ode ne ſi legge.

[84]
Ogni donna che trouin ne la valle
     La legge vuol (ch’alcúa pur vi cade)
     Che percuotali con vimini alle ſpalle
     E la faccian ſgombrar queſte contrade,
     Ma ſcorciar prima i pani, e moſtrar falle
     Quel che Natura aſconde & Honeſtade,
     E s’ alcuna vi va ch’armata ſcorta
     Habbia di cauallier, vi reſta morta.

[84]
Quelle e’ hanno per ſcorta cauallieri
     Son da queſto nimico di pietate
     Come vittime tratte a i cimiteri
     De i morti ſigli, e di ſua man ſcannate,
     Leua con ignominia arme e deſtrieri
     E poi caccia in prigion chi l’ha guidate:
     E lo può far: che ſemp notte e giorno
     Si troua piú di mille huomini intorno.

[85]
E dir di piú vi voglio anchora, ch’eſſo
     S’ alcun ne laſcia, vuol che prima giuri
     Su l’hoſtia ſacra, che’l femineo feſſo
     In odio haura ſin che la vita duri,
     Se perder qſte donne e voi appreſſo
     Dunque vi pare: ite a veder quei muri,
     One alberga il fellone, e fate proua
     S’ in lui piú ſorza o crudeltá ſi troua,

[86]
Coſi dicendo le guerriere moſſe
     Prima a pietade, e poſcia a tanto ſdegno,
     Che ſé come era notte giorno foſſe,
     Sarían corſe al caſtel ſenza ritegno,
     La bella compagnia quiui poſoſſe,
     E toſto che l’Aurora fece ſegno
     Che dar doueſſe al Sol loco ogni ſtella,
     Ripiglio l’arme e ſi rimeſſe in fella.