Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/335


[7]
Gli agricultori accorti a gl’altru’ eſèpli
     Laſcian ne i campi aratri e marre e falci:
     Chi monta ſu le caſe, e chi ſu i templi
     Poi che non ſon ſicuri Olmi ne Salci,
     Onde l’horrenda ſuria ſi contempli
     Ch’a pugni, ad vrti, a raorfi, a graſſi, a calci
     Caualli e buoi rOpe ſraccaſſa e ſtrugge
     E ben e corridor chi da lui ſugge.

[3]
Giá potreſte ſentir come ribombe
     l’alto rumor ne le propinque ville,
     D’urli e di corni, ruſticane trombe
     E piú ſpeffo ch d’altro il ſuon di ſquille,
     E con ſpuntoni, & archi, e ſpiedi, e ſrobe
     Veder da i monti ſdrucciolarne mille
     Et altritanti andar da baffo ad alto
     Per fare al pazzo vn villaneſco affatto.

[9]
Qual venir ſuol nel falſo lito l’onda
     Moſſa dal auſtro ch’a principio ſcherza
     Che maggior de la prima, e la feconda
     E con piú ſorza poi ſegue la terza,
     Et ogni volta piú l’humore abonda
     E ne l’arena piú ſtende la sferza:
     Tal contra Orlando l’empia turba creſce
     Che giú da balze ſcende, e di valli eſce.

[10]
Fece morir diece perſone e diece
     Ch ſenza ordine alcú gliandaro i mano:
     E queſto chiaro eſperimento fece
     Ch’ era assai piú ſicur ſtarne lontano,
     Trar ſangue da quel corpo a neſſun lece
     Che lo fere e percuote il ferro in vano:
     Al Conte il Re del ciel tal gratia diede
     Per porlo a guardia di ſua ſanta fede.

[11]
Era a periglio di morire Orlando
     Se foſſe di morir ſtato capace,
     Potea imparar ch’era a gittare il brando
     E poi voler fenz’arme eſſere audace:
     La turba giá s’andaua ritirando
     Yededo ogni ſuo colpo vſcir fallace:
     Orlando poi che piú neſſun l’attende
     Verſo vn borgo di caſe il camin prende.

[12]
Dentro non vi trouo piccol ne grande
     Che’l borgo ognſſ p tema hauea laſciato
     V’erano in copia pouere viuande
     Conuenienti a vn paſtorale ſtato,
     Senza il pane diſcerner da le giande
     Dal digiuno e dal’impeto cacciato
     Le mani e il dente laſcio andar di botto
     In ql che trouo prima o crudo o cotto.

[13]
E qndi errando per tutto il paeſe
     Daua la caccia e a gli huomini e alle fere
     E ſcorrendo pei boſchi talhor preſe
     1 Capri iſnelli, e le Dame leggiere,
     Speſſo con Orſi e con Cingiai conteſe
     E con man nude li poſe a giacere,
     E di lor carne con tutta la ſpoglia
     Piú volte il vétre empi co ſiera voglia.

[14]
Di qua, di la, di ſu, di giú, diſcorre
     Per tutta Fracia, e A giorno a ú ponte arriua
     Sotto cui largo e pieno d’acqua corre
     Vn fiume d’ alta e di ſcoſceſa riua:
     Edificato accanto hauea vna torre
     Che d’ogn’ intorno e di Unitati ſcopriua:
     yuel ch ſé quiui hauete altroue a vdire
     Che di Zerbin mi conuien prima dire.