Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
[110]
Il caualier ſu ben guernita fella
Di lucide arme e di bei panni ornato
Verſo il fiume venia da una donzella
E da un ſolo ſcudiero accompagnato,
La Donna e’ hauea ſeco era assai bella
Ma d’altiero ſembiante, e poco grato,
Tutta d’orgoglio e di faſtidio piena
Del cauallier ben degna che la mena.
[111]
Pinabello vn de conti Maganzeſi
Era quel cauallier ch’ella hauea ſeco,
Quel medeſmo che diazi a pochi meſi
Bradamante gitto nel cauo ſpeco,
Quei ſoſpir, quei ſingulti coſi acceſi:
Quel pianto, che lo ſé giá quaſi cieco,
Tutto ſu per coſtei e’ hor ſeco hauea
Che’l Negromante allhor gli ritenea.
[112]
Ma poi che ſu leuato di fu’l colle
l’incantato caſtel del vecchio Atlante:
E che potè ciaſcuno ire oue volle
Per opra e per virtú di Bradamante:
Coſtei, ch’agli dilli facile e molle
Di Pinabel ſempre era ſtata inante,
Si torno a lui & in ſua compagnia
Da un cartello ad vn’ altro hor ſene giá,
[113]
E ſi come vezzoſa era e mal vſa
Quando vide la vecchia di Marphiſa
Non ſi potè tenere a bocca chiuſa
Di non la motteggiar con beſſe e riſa:
Marphiſa altiera appreſſo a cui nO svita
Sentirſi oltraggio i qual ſi voglia guiſa,
Riſpoſe d’ira acceſa alla Donzella
Che di lei quella vecchia era piú bulla.
[114]
E ch’ai ſuo cauallier volea prouallo
Con patto di poi torre a lei la gonna
E il palaſren e’ hauea, ſé da cauallo
Gittaua il cauallier di ch’era donna:
Pinabel che faria tacendo fallo
Di riſponder con l’arme non aſſonna
Piglia lo ſcudo e l’haſta, e il dſtrier gira
Poi vien Marphiſa a ritrouar con ira.
[115]
Marphiſa incòtra vna gra lancia afferra
E ne la viltá a Pinnabel l’arreſta:
E ſi ſtordito lo riuerſa in terra
Che tarda vn’hora a rileuar la teſta:
Marphiſa vincitrice de la guerra
Fé trarre a quella gioitane la veda,
Et ogn’ altro ornamento le ſé porre
E ne ſé il tutto alla ſua vecchia torre.
[116]
E di quel giouenile habito volſe
Che ſi veſtiffe e ſé n’ornaffe tutta,
E ſé che’l palaſreno ancho ſi tolſe
Che la giouane hauea quiui condutta,
Indi al preſo camin con lei ſivolſe
Che quat’ era piú ornata era piú brutta
Tre giorni ſé n’andar p lunga ſtrada
Senza far coſa onde a parlar m’accada.
[117]
Il quarto giorno vn cauallier trouaro
Che venia in fretta galoppando ſolo,
Se di ſaper chi ſia ſorſè v’e caro
Dicoui ch’e Zerbin di Re ſigliuolo,
Di virtú eſempio e di bellezza raro:
Che ſé ſteffo rodea d’ ira e di duolo
Di non hauer potuto far vendetta
D’un ch glihauea gra corteſia iterdetta.