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Poteaſi dar di Comma aſtutia vanto
Clí colui facilmente gli credea:
E ſuor, ch’n torgli arme, e deſtrier’e (ſttc
Teneſſe di Griphon, nò gli nocea,
Se non volea pulir ſua ſcufa tanto
Che la faceſſe di menzogna rea,
Buona era ogn’ altra parte ſé non quella
Che la femina allui foſſe ſorella.
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Hauea Aquilante in Antiochia inteſo
Eſſergli concubina da piú genti,
Onde gridando di furore acceſo
Falſiſſimo Iadron tu te ne menti,
Vn pugno gli tiro di tanto peſo
Che ne la gola gli caccio duo denti,
E ſenza piú conteſa ambe le braccia
Gli volge dietro, e d’una ſune allaccia,
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E parimente fece ad Horrigille,
Ben che in ſua ſcufa ella diceſſe assai,
Quindi li traſſe per caſali e ville
Ne li laſcio fin’ a Damaſco mai,
E de le miglia mille volte mille
Tratti gli haurebbe, con pene e co guai
Fin e’ haueſſe trouato il ſuo fratello
Per farne poi come piaceſſe a quello.
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Fece Aquilante lor feudieri e ſome
Seco tornare, & in Damaſco venne,
E trouo di Griphon celebre il nome
Per tutta la citta batter le penne,
Piccoli e grandi ognun ſapea giá come
Egli era chefi ben corſe l’antenne,
Et a cui tolto ſu con falſa moſtra
Dal compagno la gloria de la gioſtra.
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Ilj,popul tutto al vii Martano infeſto
l’uo all’altro additandolo lo ſcuopre
No e (dicean) non e il ribaldo queſto
Che ſi fa laude co l’altrui buone opre?
E la virtú di chi non e ben deſto
Co la ſua iſamia, e col ſuo obbrobrio copre I
Non e l’ingrata femina coſtei
Laqual tradiſce i buoni, e aiuta i rei?
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Altri dicean come ſtan bene inſieme
Segnati ambi d’u marchio e d’una razza
Chi li beſtèmia, chi lor dietro ſreme
Chi grida ipicca, abrucia, ſquarta, amazza,
La turba per veder s’ urta ſi preme
E corre inanzi alle ſtrade alla piazza,
Véne la nuoua al Re, che moſtro ſegno
D’ hauerla cara piú ch’un’ altro regno.
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Senza molti feudier dietro o dauante
Come ſi ritrouo, ſi moſſe in fretta,
E venne ad incontrarti in Aquilante
C hauea del ſuo Griphon fatto vedetta,
E quello honora con gentil ſembiante
Seco lo’nuita, e ſeco lo ricetta,
Di ſuo conſenſo hauendo fatto porre
I duo prigioni in fondo d’ una torre.
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Andaro inſieme, oue del letto moſſo
Griphon non s’ era poi che ſu ferito,
Che vedendo il ſratel diuenne roſſo
Che ben ſtimo e’ hauea il ſuo caſo udito,
E poi che motteggiado vn poco adoſſo
Gli andò Aquilante, meſſero a partito
Di dare a quelli duo iuſto martoro
Venuti in man de gli auuerfari loro.