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Chiedimi la meta di queſto regno
Ch’io ſon per fartene hoggi poſſeſſore,
Che l’alta tua virtú non ti fa degno
Di queſto ſol, ma ch’io ti doni il core,
E la tua mano in queſto mezo, pegno
Di ſé mi dona, e di perpetuo amore,
Coſi dicendo da cauallo ſcefe
E ver Griphon la deſtra mano ſtefe.
[69]
Griphon vedendo II Re fatto benigno
Venirgli per gittar le braccia al collo:
Laſcio la ſpada, e l’animo maligno
E ſotto l’anche, & humile abbracciollo,
Lo vide il Re di due piaghe ſanguigno
E toſto ſé venir chi medicollo:
Indi portar ne la cittade adagio
E ripoſar nel ſuo real palagio.
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Doue ferito alquanti giorni, inante
Che ſi poteſſe armar, fece ſoggiorno,
Ma laſcio lui, ch’ai ſuo ſrate Aquilante
Et ad Aſtolfo in Paleſtina torno,
Che di Griphon poi che laſcio le fante
Mura, cercare ha fatto piú d’ un giorno:
In tutti i lochi in Solyma deuoti
E in molti anchor da la citta remoti.
[71]
Hor ne l’uno ne l’altro e ſi indouino
Che di Griphon poſſa ſaper che ſia,
Ma venne lor quel Greco peregrino
Nel ragionare, a caſo a darne ſpia,
Dicèdo ch’Horrigille hauea il camino
Verſo Antiochia preſo di Soria,
D’ un nuouo drudo ch’era di quel loco
Di ſubito aria e d’improuifo fuoco.
[72]
Dimandogli Aquilante, ſé di queſto
Coſi notitia hauea data a Griphone,
E come raffermo, s’ auiſo il reſto
Perche foſſe partito, e la cagione:
Ch’ Horrigille ha ſeguito e manifeſto
In Antiochia, con intentione
Di leuarla di man del ſuo riuale
Co gran vedetta, e memorabil male.
[73]
Non tolero Aquilante, che’l fratello
Solo e fenz’ eſſo a quell’impreſa adaſſe:
E preſe l’arme, e venne dietro a quello
Ma prima prego il Duca che tardaſſe
l’ádata i Fracia, & al paterno hoſtello:
Fin ch’eſſo d’ Antiochia ritornaſſe,
Scède al Zaffo, e s’ imbarca, che gli pare
E piú breue e miglior la via del mare.
[74]
Hebbevn’ Oſtro ſilocco allhor poſſéte
Tanto nel mare, e ſi per lui diſpoſto
Che la terra del Surro il di ſeguente
Vide, e Saſſetto, vn dopo l’altro toſto,
Paſſa Barutti, e il Zibeletto, e ſente
Che da man maca glie Cypro difeoſto,
A Tortofa da Tripoli, e alla Lizza
E al Golfo di Laiazzo il camiti drizza.
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Quindi a Leuate ſé il Nocchier la ſróte
Del nauilio voltar ſnello e veloce:
Et a ſorger n’ andò fopra l’Oronte
E colſe il tempo e ne piglio la ſoce,
Gittar fece Aquilante in terra il ponte
E n’ uſei armato fu’l deſtrier feroce,
E contra il fiume il camin dritto tenne
Tanto ch’in Antiochia ſé ne venne.