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[100]
II Signor di Seleucia anchor reſtaua
     Miglior guerrier di tutti gli altri fette,
     E ben la ſua poſſanza accompagnaua
     Con deſtrier buono, e con arme perfette,
     Doue de l’elmo la viſta ſi chiaua
     l’haſta allo ſcontro l’unoe l’altro mette,
     Pur Gripho maggior colpo al Paga diede
     Clí lo ſé ſtaffeggiar dal maco piede.

[101]
Gittaro i tronchi, e ſi tomaro adoſſo
     Pieni di molto ardir co i brandi nudi,
     Fu il Pagati prima da Griphon percoſſo
     D’ u colpo ch ſpezzato hauria gl’incudi,
     Con quel fender ſi vide e ferro & oſſo
     D’un ch’eletto s’ hauea tra mille feudi,
     E ſé non era doppio e ſin l’arnefe
     Feria la coſcia, oue cadendo ſcefe.

[102]
Feri quel di Seleucia alla viſera
     Griphone a vn tèpo, e ſu quel colpo tato
     Che l’hauria aperta e rotta, ſé non era
     Fatta, come l’altr’ arnie, per incanto,
     Glie vn pder tempo che’l Paga piú ſera
     Coſi ſon l’arme dure in ogni canto:
     E’n piú parti Griphon giá feſſa e rotta
     Ha l’armatura a lui, ne perde botta.

[103]
Ognun potea veder quanto di ſotto
     Il Signor di Seleucia era a Griphone,
     E ſé partir non li fa il Re di botto
     Quel che ſta peggio la vita vi pone,
     Fé Norandino alla ſua guardia motto
     Ch’entraffe a diſtaccar l’aſpra tenzone
     Quindi ſu l’uno, e quindi l’altro tratto
     E ſu lodato il Re di ſi buon atto.

[104]
Gli otto ch diázi hauea col mòdo impſa
     E non potuto durar poi contra vno:
     Hauendo mal la parte lor difeſa
     Yfriti eran del campo ad vno ad vno,
     Glialtri ch’eran venuti allor conteſa
     Quiui reſtar ſenza contraſto alcuno,
     Hauendo lor Griphon ſolo interrotto
     Quel ch tutti eſſi hauea da far gtra otto.

[105]
E duro quella feſta coſi poco
     Ch’in men d’un’hora il tutto fatto s’era:
     Ma Noradin per far piú lungo il giuoco
     E per continuarlo inſino a ſera:
     Dal palco ſcefe e ſé ſgombrare il loco
     E poi diuiſe in due la groſſa ſchiera:
     Indi fecondo il ſangue e la lor proua
     Gliado accoppiado e fevna gioſtra noua

[106]
Griphone in tanto hauea fatto ritorno
     Alla ſua lí. in/. i, pien d’ira e di rabbia:
     E piú gli preme di Marta lo ſcorno
     Ch nò gioua l’honor ch’effovito habbia
     Quiui per tor l’obbrobrio e’ haueaitorno
     Martano adopra le mendaci labbia,
     E l’aſtuta e bugiarda meretrice
     Come meglio ſapea gli era adiutrice.

[107]
O ſi o no che’l giouin gli credeſſe
     Pur la ſcuſa accetto come diſcreto:
     E pe’l ſuo meglio allhora allhora eleſſe
     Quindi leuarſi tacito e ſecreto,
     Per tema che fe’l populo vedeſſe
     Martano comparir, non ſteſſe cheto:
     Coſi per vna via naſcoſa e corta
     Vſciro al camin lor ſuor de la porta.