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312 la lena.

Non ne so la cagion) prima che fossero
Le quattro, si partì, e sol venendone
E senza lume, come fu a quei portici
Che al dirimpetto son di Santo Stefano,
Fu circondato da quattro, ed aveano
Arme d’asta, ch’assai colpi gli trassero.
Ilario.E non l’hanno ferito? Oh che pericolo!
Corbolo.Come è piaciuto a Dio, mai non lo colsero
Nella persona.
Ilario.                       O Dio, te ne ringrazio.
Corbolo.Egli voltò loro le spalle, e messesi,
Quanto più andar poteano i piedi, a correre.
Un gli trasse a la testa.
Ilario.                                      Oimè!
Corbolo.                                                  Ma colselo
Nella medaglia d’ôr ch’aveva, e caddegli
La berretta.
Ilario.                     E perdèlla?
Corbolo.                                        No: la tolsero
Quelli rubaldi
Ilario.                        E non gliela renderono?
Corbolo.Renderon, eh!
Ilario.                        Mi costò più di dodici
Ducati, coi puntal d’oro che v’erano.
Lodato Dio, che peggio non gli fecero.
Corbolo.La robba fra le gambe avviluppandosi,
Chè gli cadea da un lato, fu per metterlo
Tre volte o quattro in terra: al fin, gettandola
Con ambedue le mani, sviluppòssene.
Ilario.In somma, l’ha perduta?
Corbolo.                                          Pur la tolsero
Quei ladroncelli ancora.
Ilario.                                        E se la tolsero
Quei ladroncelli, non ti par che Flavio
L’abbia perduta?
Corbolo.                              Non credéa che perdere
Si dicesse alle cose ch’altri trovano.
Ilario.Oh, tu sei grosso! Mi vien,1 con la fodera,


  1. Esempio notabile di questo verbo, quando, applicato a conteggi, prende la significazione di Costare; che nell’uso parlato, dicesi più di frequente e con meno eleganza: Venir a stare.