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terzodecimo 273


20
     Quivi il crudo tiranno Amor, che sempre
d’ogni promessa sua fu disleale,
e sempre guarda come involva e stempre
ogni nostro disegno razionale,
mutò con triste e disoneste tempre
mio conforto in dolor, mio bene in male;
che quell’amico, in chi Zerbin si crede,
di desire arse, et agghiacciò di fede.

21
     O che m’avesse in mar bramata ancora,
né fosse stato a dimostrarlo ardito,
o cominciassi il desiderio allora
che l’agio v’ebbe dal solingo lito;
disegnò quivi senza piú dimora
condurre a fin l’ingordo suo appetito;
ma prima da sé tôrre un de li dui
che nel battel campati eran con nui.

22
     Quell’era omo di Scozia, Almonio detto,
che mostrava a Zerbin portar gran fede;
e commendato per guerrier perfetto
da lui fu, quando ad Odorico il diede.
Disse a costui che biasmo era e difetto,
se mi traeano alla Rocella a piede;
e lo pregò ch’inanti volesse ire
a farmi incontra alcun ronzin venire.

23
     Almonio, che di ciò nulla temea,
immantinente inanzi il camin piglia
alla cittá che ’l bosco ci ascondea,
e non era lontana oltra sei miglia.
Odorico scoprir sua voglia rea
all’altro finalmente si consiglia;
sí perché tor non se lo sa d’appresso,
sí perché avea gran confidenzia in esso.