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undecimo 227


16
     Strepito ascolta e spaventevol suono
d’arme percosse insieme; onde s’affretta
tra pianta e pianta: e truova dui, che sono
a gran battaglia in poca piazza e stretta.
Non s’hanno alcun riguardo né perdono,
per far, non so di che, dura vendetta.
L’uno è gigante, alla sembianza fiero;
ardito l’altro e franco cavalliero.

16
     E questo con lo scudo e con la spada,
di qua di lá saltando, si difende,
perché la mazza sopra non gli cada,
con che il gigante a due man sempre offende.
Giace morto il cavallo in su la strada.
Ruggier si ferma, e alla battaglia attende;
e tosto inchina l’animo, e disia
che vincitore il cavallier ne sia.

18
     Non che per questo gli dia alcuno aiuto;
ma si tira da parte, e sta a vedere.
Ecco col baston grave il piú membruto
sopra l’elmo a due man del minor fere.
De la percossa è il cavallier caduto:
l’altro, che ’l vide attonito giacere,
per dargli morte l’elmo gli dislaccia;
e fa sí che Ruggier lo vede in faccia.

19
     Vede Ruggier de la sua dolce e bella
e carissima donna Bradamante
scoperto il viso; e lei vede esser quella
a cui dar morte vuol l’empio gigante:
sí che a battaglia subito l’appella,
e con la spada nuda si fa inante:
ma quel, che nuova pugna non attende,
la donna tramortita in braccio prende;