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ad alcuno, impetuosamente fanno), se possa defendere quelle, coprendose col scuto de fede, amore, caritá e speranza, e umilmente el Factor dei cieli supplicando che, come lui ha concesso e prestato valore e forza a le stelle operare tali effecti in noi, cossi piaza a sua benignitá levarla. Facendose questo, come ho decto, non dubito che Tomo possa superare la malizia e durezza loro, come s’è visto alcuna volta cum effecto. Ma, perché pochi o quasi veruno in questi nostri miseri tempi se curano de intendere o de sapere sotto qual constellazione sono nati e qual stella o pianeta abia piú forza e podestá ne la loro vita activa; e, se pure alcuno se trova ch’el sapia e intenda, pare che manchi in lui la fede e la speranza verso Dio, fo questo iudicio ultimamente: che li fati sono quelli che gubernano ogni nostra aczione e che cibano tutti i mortali de le vivande che intendile e che voi giá tant’anni acerbamente avete gustato. — E, questo decto, me tacqui. Poiché Gabriele ebbe ascoltato intentamente le narrate mie parole e quelle cum piú morsi masticate, alfine respose: — Se cusi è, corno diti e io veramente credo, misser mio, eh’i cieli sono quelli che regono e governano questa vita umana, assai me doglio certamente, non cognoscendo qual vendecta mai de loro me possa o debbia far, da li quali tanti affanni e iacture ho recevute. Nondimeno, a mio corforto, una cosa ogni modo voglio fare; e perdonatime se parlerò forse cum voi troppo domesticamente. Io intendo e son disposto, calandome le brache al ginochio e ponendome in quatro, mostrarli un tratto quanto tondo io ho. Che siano maledecti loro e chi li adora, e quasi che non dico chi li fece, poi a si misera sorte conducto me hanno ! — Io, ancora che tali parole e le maniere me provocasseno a ridere, assai cognoscendo pur el sciagurato vincto dal dolore, dixi: — Gabriel mio, quelle intelligenzie del cielo se curano poco de nostre offese e manco de nostri tondi; né noi, potendo ancora, le doveressemo offendere, sapendo che sono organi e instrumenti del summo pontefice. Cessali, per Dio, da tal pensiero, e vestite el core de quelle virtú cardinale ch’io v’ho decto, perché io non dubito che, quelle mediante.