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DCXIII

A DON LOPF. DI SORIA Gli manda i suoi migliori saluti per mezzo di Tiziano. Essendo voi, padrone caro, il principal membro che abbia il corpo de la mia affczzione, è forza ch’ella conrisponda in Vostra Signoria in ciascuna sua azzione. Ciò che io voglio inferire è che, ancora che io abbi imposto al compar Tiziano che vi facci riverenza nel modo che per me si farebbe venendo costi, non posso mancare di repliqarvela per mezzo del gentiluomo che vi porta questa. Di Vinezia, il 14 d’agosto 1541.

DCXIV

AL SIGNOR DON LUIGI DAVILA

Inutile scrivere la ragione per cui egli non è venuto a Milano. La spiegherá il latore della lettera (forse Tiziano). Per esser men fatica lo indovinarsi il perché io non sono venuto a Milano che il leggerlo, lascio di scriverlo a Vostra Eccellenza. A la cui benignitá mi raccomando e, raccomandandomele, prego che Ella si degni a prestar credenza a lo aportatore di questa carta, pcroché la sua lingua vi parlará con intenzion del mio animo. Intanto bascio la mano di Quella con la bocca de la speranza ch’io tengo in lei. Di Vinezia, il 15 d’agosto 1541.