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Tesser di se stesso, nonché la gratitudine che si richiede inverso la cagione che lo essalta. Ma chi non si smarirebbe ne le dolci rapine de lo estasi, vedendosi accettare senza niun merito nel collegio di cotali, di cosi fatti e di cotanti sacri, santi e divini spiriti? Certo io confesso che ciò mi avviene perché voi sete cortesi e non perché io sia virtuoso. F. volcsselo Iddio, caso che vi paia altrimenti, che il mio operare fosse degno de la vostra openione! Ma, dica come si voglia, io mi contento del giudizio che di me avete fatto, e, contentandomene, lascio la benignitá, che vi indusse a non isdegnarvi che io vi restasse servitore, compagno e amico, per laudare la prudenzia, che vi persuase *a consentire che io rimanesse in si nobile, in si elegante e in si grave commerzio, avenga che ella conobbe quanto io era necessario al compimento de la fama, che vi predica. Peroché la medaglia de la erudita gioventú vostra si dee glorificare nel vedersi per roverscio la indotta vecchiezza mia; Tinfime condizioni de la quale, se bene, tra le somme qualitá di voi, simigliará una fiaccola spenta a lato a molti torchi accesi, recarasselo per singular riputazione, conciosiaché i candelieri vili diventon pregiati per esser posti sopra gli altari, e anche il fune, che provoca il suon de le squille, è riguardato da altri come altri riguardaran me, che ormai accresco il numero de la congregazione di quella academia, che voi ornate con le scienze. Benché il rozzo de la natura, che mi guida, spera di farsi culto sotto la norma de lo studio che vi regge. Intanto io, con la somma di tutto quello affetto che l’obligo de T uomo grato può ritrare dal profondo del core e de l’anima, ringrazio l’eccellenza de la bontade che incitò le Signorie Vostre a volermi nel chiarissimo ordine loro.

Di Vinezia, il 29 di marzo 1541.