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DCCXIV

A MESSER IACOPO DEL GIALLO

Il figliuolo che è nato al Del Giallo erediterá certamente dal padre la straordinaria abilitá nel miniare. Due sorti di piacere mi hanno compunto l’animo ne lo intendere, compar caro, la nuova del figliuol natovi. L’una viene, perché naturalmente doviam rallegrarci de lo accrescimento de la generazione; e l’altra, perché cotal parto ereditará quella eccellente virtú del miniare, con cui fate stupire il disegno, la deligenzia e la vaghezza, che appare ne l’opere che di continuo escono dal lodato e mirabile stile vostro, onde ne stupiscono i giudizi piú esperti e gli occhi piú accuti. Testimonio non pur le cose fatte da voi a lo imperadore, a petizione del signor don Diego di Mendozza, ma mille altre appresso. Del che vi tiene obligo tutto questo secolo; imperoché, s’egli va superbo degli uomini rari in qualsivoglia mestiero, che debbe fare per i singulari ne le arti eccellenti?

Di Vinezia, il 7 di giugno 1542.

DCCXV

AL SIGNOR LUIGI ALAMANNI

Raccomanda Giovanni Giustiniani, il quale desidera dedicare al re Francesco la sua traduzione italiana dell’ottavo libro deW Eneide. Per saper io che né le cure dei negozi reali, né le vigilie degli studi assidui, né le molestie de la patria serva vi possono punto alterare la prestanzia de la memoria, son certo che non vi séte scordato de la riverenza che il giorno, che voi, creatura suprema, degnaste di visitar me, persona infima, vi fece messer Giovanni Giustiniano, uomo di bontá singulare e di non