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e non il corpo, se ne fa bella. E però attendete, catolica giovane, a fregiarvi di simili pompe, se volete prosperare ne la grazia, che Giesú sparge sopra di quegli che si dilettano di essercitarsi ne le opere de le sue misericordie.

Di Vinezia, il 20 di giugno 1538.

CCCLXIV

A MESSER BACCO

A lui, che gli ha difesa la fama e l’onore, manifesta tutta la sua riconoscenza. Invia il primo libro delle Lettere a Flaminio Savelli. È pur troppo gran segno di caritá quella di colui che difende, onora e loda l’amico nel modo che, mentre la invidia, la «pazzia e l’ignoranza mi ha morso il nome, avete difeso, onorato e laudato me. Onde io, che vi amavo per natura, son tenuto ad amarvi per obligo; e perciò valetivi di quel che io sono, e disponetimi in quel ch’io posso, ancorché nulla sia e niente possa. Ma dico che il signor Flamminio Savello si credeva aver un servitor d’Arezzo, e hanne due: si che comandimi pure con la istessa sicurtá che comanda a voi. Intanto gli faccio dono de le presenti Lettre, le quali meritano d’esser viste per bontá del subietto e non per cagion de lo autore. State sano.

Di Vinezia, il 20 di giugno 1538.

CCCLXV

AI SIGNORI ANZIANI DI PARMA

Invoca misericordia per alcuni giovani parmigiani. Essendo la libertá del mio scrivere cara a ciascun prencipe, tengo per fermo che non sará discara a la nobiltá de le Signorie Vostre, perché la cagione, che mi move, è tutta caritá e tutta