Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/371

non commette scandoli, e piú tosto dá de la fama che la tolga. Io parlo secondo Poppenion del Iovio ( ’), e mi rimetto a la Signoria Vostra, pregandola che mi raccomandi a la valorosa madonna Girolama, sua magnanima consorte, le cui onorate qualitá son degne d’essere scritte e imitate da qualunche reina si sia.

Di Venezia, il 14 di decembre 1537. cexcv A LA SIGNORA ANGELA ZAFFETTA La loda ironicamente di non essere una cortigiana come le altre. Da che la fama, mettendosi la giornea, andò trombeggiando per Italia che Amore m’avea malconcio dei fatti vostri, ho sempre tenuto per un bel che cotanto favore, perché i modi, coi quali procedete, son lontani da ogni fraude. Io vi do la palma di quante ne fúr mai, poiché voi piú ch’altra avete saputo porre al volto de la lascivia la mascara de l’onestade, procacciandovi per via de la saviezza e de la discrezione robba e laude. Voi non essercitate l’astuzia, anima de Parte cortigiana, col mezzo dei tradimenti, ma con si fatta destrezza, che chi spende giura d’avanzare. Non si potria dire con che attitudine vi stabilite gli amici nuovi, né in qual maniera vi tiriate in casa quegli che il dubbio va dimenando tra ’l si e ’l no. È difficile d’imaginarsi la cura che usate in ritener coloro che sono diventati vostri. Voi compartite si bene i basci, il toccar de le mani, i risi e le dormiture, che non si ode mai querelare né bestemiare né lagnar niuno. Voi, usando la modestia in ogni affare, togliete ciò che vi si dá senza saccheggiar quel che non vi si dona. I vostri corrucci s’adirano a tempo, né vi curate d’esser chiamata «maestra di lusinghe», né di tenere in lungo, avendo in odio quelle che studiano i punti de la Nanna e de ( 1 ) In M i a «(IH Invio» fu sostituito «dei pazzi».