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zogiorno d’Italia vollero rimettere in uso l’antica disciplina della pubblica confessione. Allora Leone I vescovo di Roma fece quella lettera a que’ vescovi, citata dal nostro prete professore come una decretale. Non abbiamo il tempo di consultare il Baronio, da cui egli dice averla tradotta; ma noi la tradurremo dal diritto canonico (Decr. p. 2, caus. 33, quest. 3 de poenit. q. 2, dict. 1, cap. 89) e vedremo che la citazione del nostro prete professore è mutilata. «Sebbene quella pienezza di fede sembri essere lodevole, la quale per il timore di Dio non tema dover arrossire davanti agli uomini; pure deve rimuoversi una così riprovevole consuetudine (tam improbabilis counsuetudo) perchè i peccati di tutti non sono tali, che quelli che domandano la penitenza, si vergognino che siano pubblicati: quindi tale caso deve essere rimosso, affinchè molti non sieno allontanati dai rimedii che porge la penitenza, vergognandosi o temendo di manifestare ai loro nemici quelle loro azioni, che potrebbero essere punite dalla legge. Imperocchè basta quella confessione che si fa prima a Dio, poi anche al sacerdote». Fin qui cita il prete professore, e mette in maiuscolo l’ultima frase: ma ecco come continua S. Leone: «il quale (sacerdote) riunisce a pregare pei peccati del penitente». I lettori giudicheranno se la verità e la buona fede sta dalla parte vostra o da quella del prete professore.

Ma io dimenticava che voi dovete rispondere in un articolo del giornale. Terminerò col dire al prete professore, che quando vuol citare i padri li deve citare in buona fede, senza mozzare le citazioni, le quali non devono esser tratte dai corsi dei teologi confessionalisti, ma dal loro originale; che deve aversi riguardo allo scopo che i padri si proponevano nello scritto che si cita, ed avere riguardo alla disciplina ed agli usi della chiesa dei loro tempi. Citando i padri a questo modo, egli non potrà giammai coi padri provare che la confessione è un sacramento istituito da Cristo; che essa è assolutamente necessaria a salvezza, che è necessario dire al prete tutti i peccati nel numero, nella specie e nelle circostanze, e ricevere da