Pagina:Ardigo - Scritti vari.djvu/231


Articoli 225

10.
Il dolore morale nella società.


Il dolore nell’animale fa l’ufficio del manometro e della valvola di sicurezza applicati dal meccanico alla caldaia a vapore per la sua conservazione.

Il dolore nasce per una alterazione morbosa o dissolvente, dell’organo; e dà l’allarme. Il dolore sforza l’animale, anche suo malgrado, a smettere, per quanto è in lui, la funzione diventata esiziale; e a rimuoverne le cause: sicchè l’organo ha campo di rimettersi nelle condizioni normali e perciò di potersi conservare.

Siccome poi nella umanità si avvera, al di sopra di quella comune a tutti gli altri animali, una speciale formazione ulteriore ancora più nobile e conseguentemente più complessa, quella, cioè, della sua vita civile, nell’organismo della quale gli elementi concorrenti sono le coscienze individuali colle loro idealità, così in questa, un ufficio e una ragione analoga ha il dolore morale; ossia un disgusto corrispondente ai gradi più alti della scala affettiva.

(Numero unico, Sfilata dolorosa, 1898).


11.
La polarizzazione del lavoro mentale.


— La naturale inclinazione avvalorata dal lungo esercizio, anche inconscio (e in grandissima parte lo è sempre), in ordine ad una data specie di lavoro mentale, fa che un avviamento psicologico finisca ad essere predominante nel mondo della coscienza, e prontissimo a rifarsi alla minima occasione eccitatrice, anche, e il più delle volte, inavvertita, e polarizzandosi sempre in modo nuovo, come porta