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L'ARCHIVIO AUSTRO-ESTENSE IN VIENNA.


Francesco V d’Austria d’Este, ultimo Duca di Modena, con testamento olografo, fatto nell’aprile del 1873, e con una serie di codicilli, l’ultimo de’ quali è del 10 agosto 1875, istituì suo erede l’Arciduca Francesco-Ferdinando, figlio dell’Arciduca Carlo, fratello dell’Imperatore Francesco-Giuseppe I, e dell’Arciduchessa Annunziata di Borbone, nata da Ferdinando II, Re delle Due Sicilie, ch’egli stesso aveva tenuto al battesimo quando venne al mondo in Gratz il 18 dicembre del 1863.

È pertanto al giovane Arciduca che toccò l’Archivio domestico Austro-Estense. Al cognato Enrico di Borbone Conte di Chambord, esecutore testamentario, nell’articolo XXXIII del testamento, Francesco l’aveva ingiunto di affidare l’esame di tutti i suoi scritti e di tutte le sue carte «o a prossimi miei parenti», (son testuali parole di lui), «o alle persone di maggior mia confidenza, come i conti Luigi e Giuseppe Forni, i marchesi Gherardo e Camillo Molza, il conte Volo in specie, e chiunque altro fosse notoriamente discreto. .. ben conosciuto da me.... e del mio modo di pensare». In caso si rinvenissero scritti sui quali nascesse il dubbio di conservarli, o no, soggiungeva, che non dovrebbero distruggersi in niun caso, se non previo esame dell’esecutore testamentario, e dopo essersi egli consigliato colle persone di mia confidenza sopra nominate, ed in primo luogo col conte Volo; ed anche allora prego a nulla precipitare.... giacché, sebbene non si debba tutto pubblicare, è necessario che la storia di famiglia, con tutte le sue fasi, si conservi, afline di giustificare, contro postume calunnie ed accuse, chi, agendo con coscienza, ebbe per questo a sopportare giorni tristamente laboriosi».

Il riordinamento, la scelta e l’inventario delle carte appartenenti alla casa degli Austro-Estensi venne pertanto dall’esecutore testamentario Conte di Chambord affidato al conte Teodoro Bayard de Volo, già Ministro residente degli Estensi presso la Corte imperiale di Vienna; il quale il 10 luglio del 1876 ne fece la consegna all’erede, rappresentato dal suo avvocato cav. Vittorio Raindl.

A seconda della volontà di Francesco V, «la corrispondenza di famiglia propriamente detta (quella sola eccettuata