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rassegna bibliografica 161

pretesto dagli ostacoli che farà la Repubblica di rompere con lei medesima. Il detto ambasciatore ha esagerato queste cose.... ancora con me medesimo, essendo egli venuto a trovai-mi apposta per quest’effetto, io gli ho risposto, che non mi pare verosimile in modo alcuno che gli Spagnuoli, dopo aver accomodato le cose di Lombardia e del Friuli, vogliano ora romper la guerra per mare contro la Repubblica; e che non mi l)are neanche punto verosimile ch’essi, con tanta spesa e pericoli, vogliano soccorrere, per via del golfo, l’Imperatore e il re Ferdinando: poichè, quanto alla spesa, non è dubbio che sarebbe molto maggiore questa, che quella d’inviar gente per la via del Tirolo, come si presuppone ch’essi possano fare; e quanto al pericolo, non si può dubitare che non fosse per essere grandissimo quello d’incontrare l’armata veneta, e molto maggiore quello ancora di lasciar l’armata in Trieste dopo avere sbarcato il soccorso»1. Non se ne acchetarono l’ambasciatore e il governo veneto; e per mettersi in grado di poter resistere a una aggressione anche per via di terra, stringevano in tutte le guise più sempre i Grigioni a collegarsi con essi; e il Nunzio ne scrive: «Gueflier ambasciatore di questo re ai Grigioni, è qui ora. Egli ha fatte terribili relazioni contro il procedere dei Veneziani in quelle parti, affermando ch’essi, per fas et nefas, vogliono conchiudere questa loro lega; e ha rappresentato vivamente quanto importi a questa Corona l’impedirla»2. E oltre ai Grigioni, miravano pure e conchiudevano anco lega cogli Olandesi3, nè disperavano di poter avere con essi anclie Francia; come già avevano Savoia; unitamente alla quale sin dall’anno innanzi di ciò avevano scritto al governo del Papa. Il Segretario di Stato cardinale Borghese aveva risposto a quella apertura con la lettera che porta il numero 16304; nella quale si contiene il programma della politica pontificia rispetto all’Italia durante il corso degli ultimi cent’anni: nei quali cent’anni, nella valle del Po Savoia mostravasi pronta a tutto operare; mentre invece Roma,

  1. Lett. 1368, del 13 febbraio.
  2. Lett. 2230, del 6 maggio 1620.
  3. Lett. 2262, del 12 maggio.
  4. Lett. 1630, del 29 marzo 1619. Vol. 3.° pag. 262.