IX.


I fiori del bene.


Un modesto cartello sulla porta della chiesa raccomandò alla misericordia di Dio l’anima d’un uomo «morto beneficando nell’ancor verde età di anni 63.»

Al funerale accorsero quasi tutti i parenti e le persone che avevano avuto col defunto qualche rapporto di buona o cattiva amicizia. Don Felice e don Giosuè persuasero gli animi più irritati a deporre davanti a un cataletto i vecchi rancori e a sperare in un amichevole aggiustamento, del quale fu per desiderio della signora Arabella incaricato lo stesso avvocato Baruffa.

Prove positive che il defunto avesse carpito un testamento nessuno le possedeva. Il continuare in una causa senza fondamento pareva ai più una faccenda arrischiata. L’idea della conciliazione e di un aggiustamento persuase di più. Si diceva che a Lorenzo il vecchio padre sdegnato non avesse lasciata che la parte legittima della sostanza Maccagno; e che il resto, comprese le case e i fondi di provenienza Ratta, andasse tutto alla nuora.

Così il testatore, in alcune carte consegnate negli ultimi momenti al notaio Baltresca, aveva creduto di castigare un figlio ingrato ed irriverente e di dare