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— Dalla siora Arundelli non c’è — disse l’Augusta con voce rotta da una mesta compassione — e non c’è nemmeno dai siori Borrola.

— Con chi hai parlato?

— Ho parlato con la signora Sidonia che venne ad aprir la porta. Non l’ha vista nè oggi nè ieri. Rimase incantata anche lei a sentire che non la si trovava più. Non fidandomi del tutto, ho fatto chiamare in portineria la Carmela che non ha segreti per me. Siamo dello stesso paese. E anche la cameriera mi ha giurato che non s’è mai vista. In quanto alla signora Arundelli è cascata dalle nuvole. E intanto la vien che Dio la manda.

L’Augusta non seppe trattenere due piccole lagrime, che fece scomparire coll’angolo del grembialetto bianco. Essa voleva bene alla sua siora e vedeva troppo da vicino come la facevano soffrire. Ma non era più un mistero per lei che gli omeni sono tutti traditori, che non si contentano di una, ma le voglion tutte. In qualche altra maniera era passata anche lei attraverso a questi tradimenti, e non le mancava il cor de compatir e de maledir.



Il vecchio Maccagno si ritirò nelle sue stanze, vi si chiuse dentro, ma non si spogliò, non toccò il letto.

Una tremenda inquietudine, una convulsa irritazione di tutti i nervi, un dolore nuovo e acuto che gli forava il cuore, un avvilimento di tutte forze che lo trascinava verso la disperazione, non che permettergli di dormire, non gli lasciarono nemmeno

E. De Marchi - Arabella. 19