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PIL | — 734 — | PIN |
zaricci li pila ad unu, concepir orrore, aver ribrezzo o paura, raccapricciarsi: rizzarsi i bordoni. || levati ssu pilu di ’m mucca: taci là. || aviri contra d’unu lu pilu, aver odio, cruccio contro alcuno. || trent’un pilu, per ischerzo a chi è calvo o quasi. || aviri lu pilu arsu. V. scannaliatu. || ’n pilu, detto del cavalcare vale a la sdossa V. || nun ci iri un pilu a versu, non andargli nessuna cosa bene. || aviri certi pila, aver certi ghiribizzi: star su lo spilluzzico (Guerrazzi). || fari pilu, usar coito. || mettiri pilu biancu: incanutire. || Prov. ogni pilu cci pari un travu, o fari d’ogni pilu un travu, di chi fa gran caso d’ogni piccola cosa: ogni bruscolo gli pare una trave. || la casa chi fa pilu o la sdirrubbi o tu la metti a filu, se no casca e fa rovina.
Pilu-caprinu. s. m. T. bot. Pianta: logliarella. Lepturus filiformis Trin.
Pilucca. s. f. Capelli posticci: parrucca, perrucca. || Ubbriachezza. Onde pigghiari ’na pilucca: pigliare una sbornia. || V. cuscuta.
Piluccazza. pegg. di pilucca: parruccaccia.
Pilucchedda. dim. Parrucchina, parrucchino.
Piluccheddu. dim. di piloccu.
Pilucchireddu. dim. di piluccheri.
Piluccheri. s. m. Colui che fa parrucche ed eziandio tosa i capelli: parrucchiere.
Pilucchinu. s. m. Mezza parrucca che copra solamente metà del capo: parrucchino, toppino.
Pilucchiricchiu. dim. e vilif. di piluccheri.
Piluccuna. accr. di parrucca: parruccone.
Piluccuni. V. piluccuna. || Dicesi di vecchio che sta in sul sodo o attaccato al passato: parruccone. || Per scartazza V.
Piluccusu. add. Pieno di velli: velloso.
Piluja. V. piluria: peluja.
Piluncinu, Pilunettu. dim. di piluni.
Piluni. accr. di pilu: pelone. || Nome di panno grosso: pelone. || Pilastro con ismussi che formano figura ottangolare, sotto le cupole: pilone.
Pilùria. s. f. Il pelo che rimane nella carne agli uccelli pelati, e anche la prima lanuggine che spunta agli animali: pelùria.
Pilusedda. s. f. T. bot. Pianta di tralci strascinanti; foglie ovato-bislunghe, pelose sotto, distese sul terreno; fiore giallo sopra e rosso sotto: pelosella. Hieracium pilosella L.
Piluseddu. dim. di pilusu: pelosetto.
Pilusità. s. f. Qualità di ciò che è peloso: pelosità.
Pilusu. add. Che ha peli: peloso; e men usato: piloso. || Di persona apparentemente scrupolosa: infinto. || carità pilusa, infinta e volta al proprio interesse: carità o pietà pelosa. || grammatica pilusa, per ischerzo di chi invece di studiare si volge a tutt’altre distrazioni. || Prov. uomu pilusu o pazzu o bonu o vinturusu: umo peloso o forca o lussurioso, o buono o avventuroso. Sup. pilusissimu: pelosissimo.
Pilusuni. accr. di pilusu.
Pilutaggiu. s. m. L’arte del pilota: pelotaggio.
Pilutinu. s. m. Giovane pilota o apprendista di pilotaggio: pilotino (Pitrè).
Piluzzu. dim. di pilu: peluzzo.
Pimpinedda. s. f. T. bot. Erba di più spezie: pimpinella, salvastrella. Sanguisorba officinalis L.
Pinali. V. penali e seg.
Pinari. V. penari e piniari.
Pinatizzu. V. malatizzu.
Pinatu. V. malatu. || V. angustiatu.
Pìncinu. V. pettini.
Pìnciri. v. a. e intr. Rappresentare per via di linee e colori la forma e figura di alcuna cosa: dipìngere, pìngere. || met. Rappresentare con parole: dipingere. || E si dice del descrivere perfettamente, far esquisitamente checchessia: dipingere. || – ad ogghiu: dipingere ad olio. || – a sguazzu, con colori stemperati: dipinger a guazzo. || si pò pinciri, modo prov., e dicesi di cosa particolare e bella, e per ironia, tutto al contrario. Dicesi pure d’uomo goffo o ridicolo. || Prov. cu’ davanti ti pingi, darrè ti tinci, chi dinanzi t’adula, dietro ti sparla o ti nuoce: tal ti ride in bocca che dietro te l’accocca. P. pass. pinciutu: dipinto.
Pincisanti. V. pitturicchiu.
Pincisbeccu. s. m. Sorta di metallo risultato dalla lega dello zinco col rame: princisbech.
Pinciuta. s. f. Il pingere.
Pincu. s. m. Bastimento mercantile a vele latine: pinco, pincio. || – marinu, T. st. nat. nome di certo zoofito o sia mollusco: pincio marino.
Pinedda. V. pinnedda.
Pinesa. s. m. Si dice per ingiuria: scalzagatti.
Pinfina. Parola composta da pi (o per) e ’nfina: per infine, per fino, infino (Nerucci).
Pìngiri. V. pinciri.
Pinguèdini. s. f. Grassezza: pinguèdine.
Pinguedinusu. add. V. pìngui.
Pingui. add. Grasso: pingue. Sup. pinguissimu: pinguissimo.
Piniari. v. a. Tormentare, dar pena: penare. || intr. Patir pene: penare. || Affaticarsi: penare. || Avere scarsità delle cose necessarie: stentare. || fari piniari, mandar in lungo, indugiare: far penare. || E si dice del far vedere una cosa a’ bambini e fargliela stentare: far la cilecca.
Piniata. s. f. Il penare.
Piniatu. add. Pien di pene.
Pinicedda. dim. di pena: penarella.
Pinisi. s. m. Marinajo il cui ufficio è quello di stivare e tener sempre pronta al bisogno la roba del bastimento: penese.
Pinitenti. V. penitenti.
Pinitenza, Pinitenzia. V. penitenza e seg.
Pinitinziedda. dim. di pinitenzia.
Pinìu. s. m. Fatica, pena: affanno.
Pinna. s. f. Quelle di che son coperti gli uccelli: penna. Quelle più fine, più morbide: piuma. || Arnese col quale si scrive: penna. || Misura d’acqua, la 256a parte della zappa V. Penna in italiano ha senso di tubo, cannello, e da qui è che l’abbiamo usato come misura di getto d’acqua. Una penna d’acqua riempie due litri in un minuto. || Nome di una piccola vela che si usa quando fa bel tempo: penna. || E la estremità superiore dell’antenna: penna. || Per ischerzo il pene de’ bambini: pi-pi. || pinna zona, punta metallica delle penne da scrivere: penna metallica o di ferro. || pinna di