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PIG | — 732 — | PIL |
pignati, pi fari la minestra sapurita, è quasi dire patti chiari, amici cari; si scherza nel doppio senso di Patti città e patti accordi.
Pignataru. s. m. Quegli che fa o vende pentole: pentolajo, pignattajo. || V. pignatiddaru.
Pignatata. s. f. Quanto cape una pentola: pentolata.
Pignatazza. pegg. di pignata: pentolaccia.
Pignatedda. dim. Pentolina, pignattina.
Pignateddu, dim. Pentolina più piccola: pentolino. || Vasettino di terra dove si mette del fuoco, per iscaldarsi: cècia. || Colpo sul capo dato co’ nodelli delle dita: nocchino. E giuoco che consiste nel rompere una pentola appesa dove ci sta dentro un premio: la pentola. || a pignateddu, modo di portare altrui per sotto le braccia, mentre quegli si sta a coccoloni: pigliar o portar a pentola.
Pignatiddaru. V. pignataru. || add. Di una spezie di terreno abbondante di ossido di ferro, e che presenta alla superficie un color rosso.
Pignatidduzza. dim. di pignatedda: pentolinetta.
Pignatidduzzu. dim. di pignateddu.
Pignatu. V. pignata.
Pignatuna. accr. di pignata: pentolona.
Pignatuneddu. dim. di pignatuni.
Pignatuni. accr. di pignatu: pentolone.
Pignitu. s. m. Luogo piantato a pini: pineto.
Pignola s. f., Pignolu s. m.. Seme della pina: pinocchio, pignolo, pignola. || frucetti o tavoletti di pignolu, confettura di zucchero e pinocchio: pinocchiata.
Pignu. s. m. Quel che si lascia in mano al creditore per sicurezza del debito: pegno. || fig. Cosa cara: pegno. || Ne’ giuochi da veglia, quella cosa che vien lasciata da chi sbaglia al giuoco: pegno. || fari un pignu, metter qualche cosa al monte di pietà: far un pegno. || – di la quasetta: la mandorla, il fiore (An. Cat.) || a pignu, vale a forma di pino. || E mittirisi lu culu a pignu, attender al dovere con assiduità e impegno. || pagari lu pignu, ne’ giuochi di penitenza: metter pegno. || Prov. malu fuiri fa cu’ pignu lassa, poichè non guadagna nulla, anzi perde. || T. bot. Albero alto, diritto, forte, frondoso; le foglie dure, e strette: pino. Pinus pinea L. || pignu sarvaggiu V. zappinu. || Il frutto: pina.
Pignuccata. V. pignulata.
Pignulata. s. f. Dolciume fatto di globetti di pasta bolliti nello strutto e poi rappresi col miele, a forma di mandorlato. || Dolce di pinocchi: pinocchiata. || Per sassata. Così in Piazza.
Pignuleddu. dim. di pignolu: pinocchino, pignoletto. || Per sim. Specie di pasta buona per brodo.
Pignuramentu. s. m. Il pegnorare: pignoramento.
Pignurari. v. a. T. leg. Sequestrare, staggire i beni per pegno di pagamento: pignorare, pegnorare. P. pass. pignuratu: pignorato.
Pignuratariu. add. Colui che ha ricevuto il pegno per sicurezza del suo credito.
Pignuratìzziu. add. Che ha relazione a pegno giudiziario.
Pignurazzioni. s. f. Il pegnorare.
Pigramenti. avv. Con pigrizia: pigramente.
Pigrìzzia. s. f. Lentezza nell’operare, infingardaggine: pigrìzia.
Pigru. add. Che ha pigrizia: pigro. Sup. pigrissimu: pigrissimo.
Pigula. s. f. I rintocchi delle campane da orologio quando suonan a distesa: squilla. || fig. per lastima V. || Lume da notte. || mettiri a pigula, metter il lume a fiamma piccina. || pigula per varvajanni V.
Piguliamentu. V. pìgulu.
Piguliari. v. intr. Il mandar fuori la voce che fanno i pulcini: pigolare. || Gocciolare, stillare. || met. Lamentarsi, piagnucolare: pigolare. || a piguliari, posto avv., vale a poco a poco: a miccino.
Pigulidda. dim. di pigula.
Piguliddu. dim. di pigulu.
Pìgulu. s. m. Il pigolare: pigolìo. || Pena che si sente allo stomaco per inedia o per malattia: languore. || essiri o mittirisi a pigulu, nojare con piagnistei, lai, rammarichìo. Attapinarsi, darsi passione.
Pigulusu. add. Che spesso e nojosamente pigola, impronta: pigolone.
Piighicedda. dim. di piega: piegolina.
Pijulu. V. pìgulu.
Pijuncu. V. piuncu.
Pijurari. V. piggiurari.
Pila. s. f. Vaso di pietra, e anco di legno, che contenga acqua per diversi usi: pila, pèlago, truogolo, lavatojo. || ’na pila, vale una gran quantità.
Pilacciuneddu. dim. di pilacciuni.
Pilacciuni. dim. di pilu.
Pilaccuni. V. piloccu (Pasq.).
Pilaccunusu. V. piluccusu.
Pilagra. Idiotismo per pudagra.
Pilaredda. s. f. Infermità che fa cascar i peli: pelatina, alopecia.
Pilamentu. s. m. Il pelare: pelamento.
Pilami. s. f. Qualità e colore del pelo: pelame (s. m.). || Pelo, manto degli animali. || Le pudende.
Pilari. v. a. Sverre i peli: pelare. || Scorticare || rifl. pass. Strapparsi i peli: pelarsi. || E met. dolersi grandemente, piangere, quasi strappandosi i peli dalla disperazione. P. pass. pilatu: pelato.
Pilastrata. s. f. Ordine di pilastri: pilastrata.
Pilastrazzu. pegg. di pilastro: pilastraccio.
Pilastreddu. dim. Pilastrello, pilastretto, pilastrino.
Pilastrinu. dim. Pilastrino. || Que’ piccoli pilastri che in serie co’ balaustri fanno il principio e il termine della balaustrata, e talora sonvene nel mezzo: pilastrino (Car. Voc. Met.).
Pilastru. s. m. Colonna quadra per lo più contro il muro, e delle volte isolata: pilastro. || mittirisi com’un pilastru, star fermo, inoperoso, e non lasciando talvolta agio agli altri di operare: far il pilastro.
Pilastruneddu. dim. di pilastruni: pilastrotto.
Pilastruni. accr. di pilastru: pilastrone. || Ciascun dei quattro corpi isolati che sostengono una cupola della loro crociata, nelle Chiese a una cupola: pilastrone, pilone di cupola.
Pilata. s. f. Tanta quantità che cape la pila: pilata, truogolata, pelagata. || Il pelare o pelarsi.
Pilatina. s. f. Il pelare o pelarsi: pelatura. || Il dolersi grandemente. V. pilari.