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CAP | — 161 — | CAR |
Capuzziata. s. f. Inclinazione a dormire, sonnolenza: cascaggine.
Capuzzuni. s. m. Piegamento del capo nel dormir a non giacere: inchino.
Carabbozzu e Carabbozza. s. m. e f. Prigione de’ militari, o una qualunque non grande: catorbia, casamatta. (Sp. calaboze).
Caracò. V. carocò.
Caracollu. V. caragolu.
Caracozzu. V. carabbozzu.
Caragolu e Garagolu. s. m. T. bot. Pianta che ha il fusto volubile, rampicante, tutti i petali avvolti in ispire, ed il fiore odoroso, e simile alla chiocciola: caracò, caracolla, fagiuolo delle Indie. || Per sim. certi fregi ne’ ricami o in altri lavori, a figura spirale: caracò.
Caramànnula. s. f. Specie di tessuto fino di lana, usato per iscarpe da donna: calamandra.
Caràmbula. s. f. Specie di giuoco che si fa al bigliardo: carambola. || – russa, – francisi: carambola russa, – francese.
Caramela. s. f. Pastiglia di zucchero cotto in varie fogge: caramella. || Alcune volte vi s’infonde della panna, e allora si chiamano carameli cu lu rascu V. rascu. || a sucu di caramela o tiratu a sucu di caramela, si dice a que’ lecchini che stanno tutti in sull’attillatura: non mancargli una martellata.
Caramenti. avv. Amorevolmente: caramente. || A prezzo alto: caramente.
Caramiluni. s. m. accr. di caramela.
Caramuciu. s. m. Dicesi a persona piccola e malfatta: caramogio.
Carancà. s. m. T. comm. Tela stampata a fiorami e figure; proveniente da prima dall’India: calancà.
Caranna. s. f. T. bot. Sostanza vegetabile, di cui servonsi le farmacie: caranna. Caranna officinarum Murr.
Carapatria (A. modo avv. Del vestire difforme alla moda che corre; all’antica: all’uso dell’uno.
Carapè. V. canapè.
Carapegna. s. f. Bevanda di latte agghiacciato rappreso e inzuccherato. (Vinci lo vuole dall’Eb. cara pegna: freddo interno). || fari carapegna, non riuscire, dar in nonnulla: dar in ciampanelle.
Caràra di focu. Così nel Trapanese per anfa V. Quasi dire caldaia di fuoco. || Per caluri V.
Carariàrisi. V. scantarisi. || Tener forte.
Cararusu. V. caudu.
Carata. V. caratu.
Caratàriu. s. t. Chi pigia un appalto in società di altri: appaltatore. Dicesi ordinariamente del bestiame da macello, e delle tonnare, ma s’estende ad altro. Da caratu, nel terzo senso V.
Carattarazzu e Caratterazzu. s. m. pegg. di carattari: caratteraccio.
Caràttari, Caratteri e Carattiri. s. m. Segno impresso sia delle lettere che delle cifre: carattere. || Segno impresso nell’anima per virtù dei sacramenti: carattere. || Maniera di scrivere, di parlare, d’agire, di pensare; onde omu di carattari o senza carattari: uomo fermo, o leggiero. || Qualità, grado, carica: carattere. || Le lettere di metallo di cui si servono gli stampatori: caratteri. || – cumpletu, così gli stampatori chiamano l’assortimento completo di tutte le lettere co’ punti, virgole, ecc.: carattere completo, corpo di carattere.
Carattarinu e Caratterinu. s. m. vezz. di carattari: caratterino.
Carattarista e Caratterista. s. m. T. teat. Colui che sostiene le parti burlevoli e da vecchio: caratterista.
Carattarìsticu e Caratterìsticu. add. Ciò che caratterizza, che impronta carattere: caratteristico.
Carattarizzari e Caratterizzari. v. a. Dar o far conoscer il carattere di chicchessia: caralterizzare. || Dichiarare solennemente: caratterizzare. P. pass. carattarizzatu: caratterizzato.
Caratteruni. V. littrazza.
Caratu. s. m. Peso proprio dell’oro, è il ventiquattresimo d’oncia: carato. || met. Grado di perfezione o grado solo: carato. || T. comm. Porzione in cui si divide un’intrapresa sociale qualunque: carato. || di primu caratu, eccelso, grande: eminente.
Caravazza. s. f. T. bot. Pianta che ha lo stelo rampicante, le foglie grandi cuoriformi, i fiori grandi col lembo ripiegato, frutti grossi e lunghi: zucca lunga. Cucurbita melopepo L. (Sp. calabaza).
Caravella. s. f. T. mar. Nave non molto grande, veloce, e serve per carico e per guerra: carovella.
Caravellu. s. m. Qualità del pero, il cui frutto dicesi pera carovella: carovello.
Caravigghiaru. s. m. Chi vende a caro prezzo: carivendolo.
Carba. V. basca.
Carbiari. V. garbiari.
Carbònicu. add. di carbuni: carbonico.
Carbòniu. s. m. T. chim. La parte combustibile del carbone, separata da ogni sostanza terrosa, alcalina: carbonio.
Carbuciu. (Mal.) s. m. Focaccia.
Carbucedda. dim. Focaccino.
Carbunaru. V. carvunaru. || Appartenente a’ carbonari: carbonaro.
Carbunarìa. s. f. Società di anni fa, che aspirava alla liberazione d’Italia: carboneria.
Carbùnculu. s. m. Rubino, così detto, quando arriva agli ultimi carati di eccellenza; e risplende come carbone acceso: carbonchio.
Carbunellu. s. m. Vergelli sottili di carbone spento, ad uso di disegno: carbonella, brage di Francia.
Carbunizzari. v. a. Ridurre un corpo in carbone: carbonizzare. P. pass. carbunizzatu: carbonizzato.
Carbunizzazioni. s. f. Il carbonizzare: carbonizzazione.
Carca. V. calca.
Carcagnàri. v. a. e intr. Mettere in pie’ scarpe; andare, entrare le scarpe: calzare. P. pass. carcagnatu: calzato.
Carcagnazzu. s. m. pegg. di carcagnu.
Carcagneddu. V. carcagnettu. || T. fabb. Conio che serve a rinforzare o fermare un corpo: bietta.
Carcagnettu. s. m. dim. di carcagnu: calcagnetto. || Quella parte della scarpa che cuopre il calcagno: calcagnetto. || Per sim. cosa che risalti verso la estremità di alcuna parte di lavoro: calcagnuolo.