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PRIMO. 22

gli affetti dell’animo, già se io non m’inganno, può haver luogo alcuna diligenza della savia et avveduta nutrice, laqual diligenza vada poi crescendo tuttavia più di tempo in tempo; scrive sant’Agostino una cosa notabile à questo proposito ne i libri delle sue confessioni, ne i quali essendo egli già vecchio con un grandissimo dolore, et pentimento de i peccati delle sue passate età va discorrendo della infantia, et pueritia sua per lungo spatio della vita, dandoci utilissimi ammaestramenti, per conoscere le molte tristitie della nostra natura; scrive adunque quel gran padre in un luogo queste parole: Io ho veduto, et ho fatto esperienza di un fanciulletto che havea zelo, et invidia, non parlava anchora, et impallidito riguardava con occhio, et guardatura amara il suo collataneo, cioè l’altro fanciullino che si lattava in sua compagnia. Hor dunque se all’apparir del male si deve applicar la medicina, certo non è da sprezzare questa piccola favilla d’un vitio così contrario alla carità come è l’invidia, anzi è da cercare di estinguerla quanto si può, et se non con altro modo, almeno sottrahendo la materia, et la occasione di fomentar questo mal seme et altri simili della nostra corrotta natura. Si potria dire che poco accortamente faccino alcuni, i quali à bello studio spaventano con larve et cose paurose i fanciullini, turbando loro il sangue, et nutrendo senza fine di ragione il timor naturale, onde diventi immoderato, et ne riescano i fanciulli soverchiamente timidi, et pusillanimi. Ma posto che questa di che hora si ragiona, sia troppo minuta diligenza, certo come il puttino comincia à caminare, à balbutire, et snodare imperfettamente la lingua, et più apertamente à scoprire le passioni intrinseche si può andar spargendo nel piccolo vasetto alcun odore di affetti virtuosi. Io per la vocatione alla quale à Dio è piacciuto chiamarmi non ho havuto occasione di pratticar molto à dentro, et scoprire quali affetti germoglia naturalmente la tenera infantia, si che filosofando per così dire in essi, havesse potuto esperimentare i modi, et le vie, hora di medicarli, et rimoverli per quanto si può., hora di nutrirli secondo facesse di mestiero, ma pur communemente parlando, si vede che intorno all’uno anno, et mezo della età infantile, et verso il secondo anno, fanno i fanciullini secondo è stato mostrato loro, o hanno veduto far altrui, cotali cosarelle che hanno certa ombra di virtù, come sentir con riverenza il nome di Dio, et proferirlo anchora, inclinarsi alle divote imagini, honorar con alcun moto del corpo il padre, et la madre, pigliar con certa modestia le cose delle mani altrui, et simili altri buoni instituti, et creanze. Perilche non penso dover essere se non utile avvertimento, che alla buona educatione si dia principio quanto più per tempo si può, cominciando prima dalle cose piccole, et continuando poi