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LIBRO

torcendo le sentenze de gli evangelii, et altri divini libri à buffonerie a motti impudichi, a detrattioni, et libelli famosi, à sortilegii et altre vanità, contra i quali scrisse già tanti secoli sono, il glorioso san Gio. Chrisostomo, et ultimamente il gran Concilio di Trento, ha commandato con un gravissimo decreto, che questa sorte d’huomini temerarii, et profanatori della parola di Dio, siano castigati severamente. Adunque acciò à buon’hora, si recidano le radici di questa peste, avvezzi il buon padre il figliuolo, ad haver in grandissima veneratione le sante, et divine scritture, nelle quali ci parla Iddio, et ci ha manifestata la sua voluntà, et la via della nostra salute, et parimente, se nella Città sua, o ne i luoghi dove il giovane deve conservare, vi fosse pericolo di tale temerità, avvezzi il giovanetto, et massimamente se è di vivace ingegno, et introdotto ne gli studii delle littere ad abhorrire, et detestare si fatta irreverenza, et sopra tutto à fuggire come altrove s’è ricordato gli heretici, i quali più sfacciatamente, et con maggior danno delle anime, abusano della sacra scrittura, corrompendo la vera intelligenza di essa, contra il senso, et consenso de i santi antichi dottori, et della Chiesa universale.

Del peccato horribile della bestemmia. Cap. XLVI.

E cosa più degna di lagrime, che di parole, il veder che nel popolo christiano, chiamato dall’Apost. S. Pietro, gente santa, et generatione eletta, che ha il vero culto, et la vera religione del vero Dio, vi siano nondimeno huomini tanto perversi, et tanto senza timor di Dio, che ardiscano metter la lingua impura, et contaminata in Cielo, et bestemmiare, et maledire il nome tremendo di Dio onnipotente, creatore, et sostenitore del Cielo, et della terra, il nome di Giesù Christo salvator nostro, al quale nome come dice San Paolo, s’inchinano tutte le creature che sono in Cielo, in terra, et nell’inferno, il nome della santissima, et immaculata Vergine madre di Dio, regina del Cielo, advocata nostra, la più eccellente di tutte le pure creature, il nome finalmente de i santi amici di Dio, et che con lui regnano gloriosi, et appresso à Dio sono per noi continui intercessori. Veramente non si possono trovar parole bastanti per deplorare, et detestare un peccato tanto abominevole, et tanto inescusabile, percioche non si può in modo alcuno velare, nè con pretesto della humana fragilità, nè con la vehemenza della dilettatione, nè con l’acquisto di alcuna utilità, anzi si dimostra apertamente alla prima vista questo peccato diabolico, et infernale, alzando in compagnia del maledetto Lucifero le corna della superbia direttamente, et immediatamente contra