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e di Soldati Italiani. 127

applicato al governo, quantunque spesso travagliato da indisposizioni. Solo sembrava freddo, ed irresoluto nel deliberare; se pure a cagione delle circostanze, nelle quali regnò, questo fu difetto, perchè originato dalle cognizioni che aveva de’ pericoli, di commuovere gli umori peccanti, radicati nella Germania, e per non suscitare sconvolgimenti peggiori, di quanti ne aveva esperimentati nelle altre guerre, da lui sofferte. Si mantenne sempre tenacissimo custode, e difensore della Religione Romana, riverente alla Chiesa, confidentissimo in Dio, pietoso co’ sudditi, amato da’ buoni.

All’estinto Ferdinando succedette il secondo genito Arciduca Leopoldo Ignazio; giacchè il Primogenito altresì Ferdinando, eletto Re de’ Romani, tre anni avanti, era premorto al Padre di Vajuoli, infermità fatale a’ Principi dell’Austriaca Casa. Nel 1655 Leopoldo ottenne la Corona di Ungheria, e nel susseguente l’altra di Boemia. A questo Principe deve assaissimo la Nobiltà de’ Nostri Paesi; poichè apprezzò non poco i talenti degli Italiani. Di loro si prevalse lungamente, e coll’impiegarli prestò il comodo ad essi, di far risplendere eccellentemente le loro abilità nel gran Teatro del Mondo, da cui riportarono elogj, ed applausi segnalatissimi nelle loro imprese, che operarono sotto le di lui bandiere. Encomiati perciò dalle lingue, di quanti le ammirarono, e dalla penna di tanti Scrittori, che le hanno descritte a memoria, e ad onore immortale.

Cominciò Leopoldo a regnare in circostanze scabrosissime. La Polonia, Reame prossimo a’ di lui Stati ereditarj ardeva d’un incendio funestissimo di guerra, che minacciava l’esterminio di que’ Palatinati, e gravissimi pregiudicj alla Religione Cattolica, ivi generalmente professata.

Carlo Gustavo Principe Palatino de’ Duchi di Dueponti, assunto alla Corona di Svezia per la dimissione fattane dalla Regina Cristina, a lui strettamente congiunta, fu quegli che impugnò le armi contro Gio: Casimiro Re d’essa Polonia. Questo Monarca era figlio di Sigismondo, stato già Re di Svezia, e poi escluso da quella dominazione, per essere, e voler vivere tanto egli, quanto i di lui Principi figli da buoni Cattolici; quando gli Svezzesi non volevano per Padrone se non un Protestante, giacchè abbracciati avevano i falsi dogmi di Lutero, e resisi professori di tale setta. Carlo Gustavo pretendeva, di conseguire la cessione a qualunque diritto, che il Re Polacco tuttavia conservasse sul Trono di Svezia. Si radunarono Plenipotenziarj, per accomodare la spinosa controversia. Ma per averla vinta, Carlo Gustavo giudicò mezzo migliore la guerra nelle circostanze, che allora correvano in Polonia. Colà il governo non piaceva alla Nobiltà. I litigj tra Grandi crescevano nelle Diete. Le Frontiere stavano disarmate. I Palatini disattenti alla difesa. Fu pur tanto facile al Re Svezzese, d’internarsi nella Polonia, e a misura, che camminava, impossessarsi di