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Libro Duodecimo. 347

si generosi Cavalli, che con tanta cura havevan medemi instrutti per la guerra, la necessità ad’ogni modo gli fece far animo, si che comminciarono à mandargli à fil di spada, altri ne scanarono, altri, troncandogli le gambe, stendevano in terra, altri, appostato il ferro, gli trappassavano per gli fianchi, e così gli distrussero tutti, non ne lasciando pur un vivo.

Uccisa in tal guisa la Cavalleria, & abbandonata la preda fatta, si preparavano per uscire à tenzone è morire, cercavano inesperti di quei luoghi, è gente, la strada per balze, e ruppi, ma ovunque andavano davano nelle reti, altri inciamparono nelle squadre Alemane, & altri nella reggia Cavalleria, contro quali senza perdersi voltarono gli archi, & attacata la battaglia, con animo costante gli investivano. [Soldati a Cavallo de Turchi trucidati.] Gli Christiani che delle boche dei Monti s’eran impadroniti, concorsero finalmente da tutti i lati, ristretti in arme, e tolti di mezo gli Turchi, che per buon spatio di tempo havevano fatta resistenza, gli trucidavano, & quanto più ostinatamente precipitosi si spingevano frà le armi, per lasciarvi la vita, tanto più avidamente eran dalli dardi, & altre Christiane arme colti, e trafitti. In breve si riempirono quei luoghi sassosi de cadaveri Turchi lasciati in quei deserti alla rapina delle Fiere.

Restarono morti in quel conflitto circa sedeci milla Turchi, è più. Molte teste de quali furon dalli soldati, frà l’insegne portate nella Città, che alle muraglie di fuori affisse rendevano horrore, & insieme miserabil spetacolo à passaggieri.

Di già li due Re, è quello che sempre in ogni pericolo gli seguiva, è serviva, il Clesio, havendo in pronto le cose necessarie, per qual si voglia crudel guerra, s’eran partiti di Linzz, alla volta di Viena, per incontrare l’inimico, è richiedendolo l’occasione, venir à giornata, e combattere con tutta la forza de Regni.

Mentre erano in viaggio sopra il Danubio, & stavano in queste deliberationi, hebbero avisi del felice essito, come il disegno gli era prosperamente riuscito, rotta è messa à fil di spada tutta la Cavalleria Turchesca. Allegri di questa nuova gli Christiani Re, s’avanzarono sempre più vicino à Viena, risoluti d’incontrar l’inimico, e data l’occasione, decidere con l’armi tanti pericoli. Non potevano più sostenere l’orgoglio di quel Tirano, che di quando in quando infestava con poderosi Eserciti gli Christiani, era necessario una volta per liberarsi da tanti danni venire ad ultimata deliberatione, arrischiar la sorte, e mettere in compromes-