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Libro Undecimo. 297

landri, confinanti, nemici communi contra gli Trentini, acciò le compagnie della lor scielta gioventù gli venissero senza dimora in aiuto. Raguagliarono come trucidati gli loro Signori, s’eran impadroniti per assalto de Castelli, con havergli tutti saccheggiati, & riportatone richi bottini: Che soli con le loro proprie forze havevano assediati gli Cittadini, che tutti si ritrovavano rinchiusi frà le mura, pieni di spavento, se anche essi arrivarono à tempo per proseguire le cose da lor principiate, non dubbitavano gli sarebbe ogni cosa successa, conforme il lor desiderio.

Commossi da queste raggioni gli Nonesi, di già havevano fatta la raccolta della più scielta gioventù, & inviatola verso Trento, s’eran posti hormai in viaggio verso la Città, quando ecco gli giunge nuova, che il Conradino se ne veniva dal Milanese, con buon numero de pedoni nelle Valli, per soggietarle à forza, e rovinate, ridurle poi all’obedienza del Vescovo, rivocati dal comminciato viaggio, si portarono in fretta al Castel d’Ossana, lo occuparono, opponendo al Conradino; che correva fama dovesse passare per quella parte, tutte le lor armate truppe, non solo per impedirlo dall’entrata nelle Valli, ma anco violentarlo à sloggiare, quando havesse voluto far testa, da confini di quelle.

Il che succedendo conforme, che il lor desiderio havevano poscia disposto di raccolgere il lor impeto verso la Città, & soccorrere con ogni prestezza gli confederati, che stavano all’assedio di quella, frà tanto gli Villani, che erano vicino alla Città, accampati, cinsero le Mura, giravano d’intorno, considerando minutamente ogni sito, osservavano principalmente le Torri. Frà tanto alcuni temerarij delli Contadini, che dimoravano vicini alla Città, persuadendosi, che haverebbono lasciato di se fama immortale alli posteri, ardivano dalli Archibuggi, che si portan in spalla, mediante la sulfurea polve, scaricar con gran strepito balle di metallo, entro per le finestre del Castello, e Sede Episcopal, sino alle interne stanze, quali poi vedendo fumar gli coperti, presti per scozzesi sassi si ricovravano nelle lor truppe, gridando, è vantandosi publicamente d’haver colpito il Vescovo, & che in breve dalle ferite sarebbe morto. Altri molti, quali altrimente ne luoghi di tre vie havevan per costume piegare, e volgere alla buona le bestie, & accarezzare gli Bue d’aratro con Ziffoli, svegliavano le notturne guardie, stimando, che gli Cittadini della lor fatione havrebbero sentito; dicevano esser eglino in pronto, e preparati per entrare, li assicuravano, che havrebbon pontualmente mantenuto quanto