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Libro Settimo. 155

nelle cose di guerra) disfacevano l’Esercito nemico. La note resarcivano quello, che il giorno era stato rovinato. D’ambi le parti con ugual virtù, & arte si combate, & fortifica. Quindi contendono gl’Italiani spianare tutto quello, che conoscano esser d’impedimento, per poter per le aperte rovine impetuosamente entrare, & distrugere il tutto. Quivi gli Alemani, quali non volevano essere superati resistono gagliardamente, non transcurando occasione di far à tempo opportuno sortite, & azzufarsi di vicino col nemico. Di già s’avicinava il giorno del Sabbato Santo; onde fatta tregua, & suspese l’armi per trè giorni, ritornarono gli Alemani alla Città per communicarsi il giorno di Pasqua, con maggior lor quiete, & devotione, lasciati pochi alla guardia dei loro padiglioni, & Cariaggi.

In questo mentre la scielta gioventù Italiana, sotto il Capitano Batista Carraccio, contra le capitulationi, & patti stabiliti occuparono un luogo alto, indi per ruppi non stradate, avanzatisi oltre il Castello gli passarono di sopra, poi senza strepito tutti taciturni calarono nella Valle, & uccisi quelli pochi, che furon lasciati alla guardia del Campo sacchegiorono, & abbruggiarono il Borgo del Caliano. [Caliano vien abbruggiato.] Il che essendo venuto all’orecchie de Cittadini, restarono talmente soprapresi tutti dal timore, che già tenevano persa la Città, credendo che l’inimico senza fermarsi, à drittura se ne venisse à suoi danni. Si sentivano per ogni cantone, per ogni contrada gridi, & lamentevoli pianti, tutti andavano alle Chiese, in ogni Tempio si facevano sacrificij, dimandavano mercè da Dio, le Nationi supplicavano il favore della gloriosiss. gloriosissima gloriosissima Madre di Dio; quelli che non erano habili per la guerra, tutti prostrati pregavano Dio per la vittoria. Gli Alemani subito si levarono dalli Altari, riprendendo gli Trentini della lor codardia, sgridandogli che cosi facilmente s’abbandonassero in disutili, & feminili pianti, gli esortavano prender con essi loro corraggio, & non permettere, che gli suoi restassero senza vendetta distesi, e morti. Non tantosto fù sentito il strepito delle trombe, & tamburi, che subito mutato il pianto in sdegno, d’ogni parte correvano all’armi, & come pieni di rabbia, al sono di quelle, che chiamavano alla battaglia colà portavansi, & adunatisi al loro Capitano, spiegate le bandiere in un baleno, si condussero in Campo, & assalirono gli nemici, che senza ordine andavano danneggiando gli Territorij, persuadendosi con tal improvisto assalto potergli superare. Ma gli Italiani quali s’accorsero, che le Germane squadre, uscite