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Libro Sesto. 141

polo, da qual si voglia aggravio, & incontro, da cui havesse potuto restare oppresso. Non negò mai la sua assistenza, & aiuto ad alcuno, qual havesse giustificate, le cause della sua necessità.

[Ribellione de Nonesi, e de Solandri.] In questo mentre per opera, & malignità d’alcuni malvagi, si ribellarono dalla Chiesa Trentina all’Arciduca d’Austria le Valli di Non, & Sole. Erano certi Crapuloni, quali havendo insolentemente menata la loro gioventù, & alle taverne consumate le lor sostanze, & finalmente dissipato il patrimonio nel soverchio mangiare, & bere. Falliti, perciò essendo restati meschini, furon sforzati partirsi dalla patria, & andare altrove, ricorsero dall’Arciduca, ad instanza, & favore del quale non molto doppò, ritornarono alla patria, conturbando à non pochi la pace come quelli c’haveva consumato il suo, volevano perciò vivere dell’altrui, imitando ogn’uno alle discordie, e fattioni.

Quelli Montanari à suassione, & instigatione di quelli perversi comminciarono à dividersi in parti, & fomentare frà di loro odij intestini, & guerre civili. Non fù difficile in tal congiontura spingere à ribellione quelli popoli, altresi amatori di novità.

Sigismondo non mancò di diffendere gli Nonesi con altri popoli, e ricevutigli in sua protettione, gli trattò non altrimente, che compagni, come quelli, che se gli erano raccommandati, & datti sotto la di lui diffesa. Permise ad ogni modo, che gli datij, & altre cose spetanti all’Erario si conducessero al Vescovo di Trento. Questa sola disgratia interruppe, & sturbò la continuata fortuna di quel Prelato.

A Venetia essendo Oratore per l’Imperatore Federico Terzo, di questo nome, si portò, come in tutte l’altre cose, & negotij eggreggiamente, in tal carica, appresso quella Republica. E tanto s’adoprò in quest’Ambasciaria, che col suo eloquente dire suase, & piegò quelli sapientissimi, & accutissimi Senatori à quanto dimandava, & bramava l’Imperatore. Finalmente questo buon Prelato doppò haver condotti, con sua somma lode molti interessi ad ottimo fine, haveva determinato con ogni modo à lui possibile consummare il resto della sua età in luogo ritirato con buona quiete. Mà gli successe, assai diversamente da quello che lui pensava, imperoche ritornando à Cavallo dalla Chiesa di S Vigilio, in cui, secondo gli riti Catholici, haveva celebrato, al Castello, soprapreso d’improvisa corrutione di sangue, insensato, & stupido cadete, rendendo il spirito al suo Creatore.