Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/502


— 485 —

con molto e splendido corteggio verso la fine di luglio di quest’anno, per pigliarne il possesso personalmente; ed ivi, mentre sedeva a convito, dopo le solennità dell’installazione, tocco da apoplessia, finì la sua vita. Il suo cadavere fu trasportato a Trento e sepolto nella cattedrale in decente monumento. Egli fu uomo assai fornito di dottrina, e di sommo accorgimento nel trattare gli affari di stato. Fece costruire dai fondamenti il magnifico palazzo di sua residenza, aderente all’antico castello del Buon Consiglio; le chiese di S. Maria Maggiore in Trento, e in Civezzano; ristaurò i castelli di Selva presso Levico, di Riva di Trento, di Tenno, di Stenico, di Fiemme, e quello della sua propria famiglia di Clesio; abbellì la città di Trento di nuovi edificii, ne allargò e allineò le piazze e le strade. Riordinò l’archivio episcopale e lo accrebbe di preziosissimi codici, in undici dei quali son contenute le scritture autentiche concernenti le ragioni e immunità della Chiesa di Trento e del Principato, dall’epoca del vescovo Bartolomeo Quirini fino alla sua.

Il 1.° agosto 1539 furono invitati tutti i membri del Capitolo Tridentino pel di 5 dello stesso mese all’elezione del nuovo pastore; che riuscì Cristoforo Madruzzo, decano della cattedrale, uomo per coltura e per destrezza d’ingegno degnissimo di quel posto. Ebbe da Paolo III la bolla di consecrazione verso la fine di Novembre, e verso la metà di decembre l’investitura delle regalie da Ferdinando I re dei Romani.