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durante la sua reggenza e governo supremo nella città di Verona. Una lettera a lui diretta gli 11 febbrajo 1508 da Bernardino, Paride ed Antonio fratelli di Lodrone, lo informa essere comparsi molti soldati veneti ai confini e avere eretto un bastione in faccia a Castel Lodrone, con animo di impossessarsene; e non trovandosi essi in istato di difendersi, pregano il prelato che deponga Giovanni Veinecco, capitano di Stenico, loro nemico, ο comandi seriamente agli uomini di qua dal Durone, che debbano loro prestare assistenza1. Con altra lettera dei 5 d’aprile 1508 gli uomini della valle di Ledro di sopra al lago dimandano udienza al nostro Vescovo, come luogotenente imperiale, e promettono arrendersi2. Giovanni di Veinecco e Nicolò di Trautmansdorf, capitani delegati all’acquisto della suddetta valle di Ledro, informano il vescovo Giorgio delle vicende della guerra e delle cose necessarie ad una felice riuscita3. Domenico, vicario di Tione, avvisa il capitano di Stenico che i Veneziani tentavano di assalire Storo e la valle di Bono; racconta di aver convocato il popolo colla campana alla difesa, e mandato in Rendena ad eccitare quei terrazzani; e non essendo comparso nessuno di essi, chiede che si volesse provvedere al bisogno4.

Il vescovo Giorgio intanto fece dare principio al-

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 233.
  2. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 164.
  3. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 164.
  4. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 231.