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brarono e si confederarono con Luigi XII re di Francia, il quale, scacciato Lodovico il Moro duca di Milano, aveva preso possesso di quel ducato contro i diritti imperiali. Tal lega era principalmente diretta ad impedire l’ingresso in Italia a Massimiliano ed alle sue genti. Perciò con truppe italiane, francesi e spagnuole, al numero di ventimila, i confederati occuparono e fortificarono tutti i passi della valle Lagarina, della Valsugana e di Riva. Le truppe dell’Imperatore consistevano in soli mille pedoni e duemila cavalli, già arrivati in Trento; ed otto altri mila pedoni, condotti dallo stesso regnante, dovevano entrare in Francia per la Borgogna, e impadronirsi del ducato di Gheldria nelle parti della Germania inferiore. In tal congiuntura la Chiesa di Trento e la Contea del Tirolo si videro in un estremo periglio, per la sregolatezza dell’esercito e per la mancanza del denaro necessario a mantenerlo. Di quest’anno evvi una lettera della comunità di Tenno al nostro prelato, con cui lo informa che le riparazioni comandate da esso intorno alle muraglie del borgo e d’altri luoghi di presidio erano tutte eseguite; e ricerca corazze, schioppi e lancie lunghe, atte alla difesa1. Li 18 luglio di quest’anno furono pubblicati gli statuti capitolari riguardanti il buon regolamento della giurisdizione di Sovero, una delle tre spettanti al Capitolo della cattedrale, ad istanza e comando di Paolo Crotta cremonese, arcidiacono e vicario capitolare2. Nel medesimo anno il

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 166.
  2. Miscell. Alberti, Τ. V, fol. 179.