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curati nel mantenerli in soggezione, ovvero impotenti a diffenderli. Di questo stesso anno 1456 e del seguente ebbero luogo certi trattati fra la Repubblica Veneta e il vescovo principe di Trento riguardanti le fortezze di frontiera d’ambi i territorii, a motivo delle guerre che Giorgio sostenne contro i fratelli Grader, che tenevano in loro potere Castel Beseno, e contro i Castrobarcensi che avevano occupato il castello della Pietra. L’uno e l’altro furono espugnati nel 1456 coll’ajuto del duca Sigismondo, al quale il nostro vescovo Giorgio in benemerenza concesse in feudo la Pietra, incamerando Beseno. Nel 1457 poi, fu fatto il cambio ai confini dei rispettivi prigioni veneti e vescovili1. Volendo il vescovo Giorgio, nel detto anno 1456, essere grato a Prevorio figlio di Bonapace di Preore pei fedeli servigi alla Chiesa prestati nella ricuperazione dei castelli di Beseno, della Pietra e d’altri, esime esso ed i suoi eredi in perpetuo con due fuochi dalle collette ordinarie e straordinarie e da ogni altro peso, siccome nobili e privilegiati, col comando a Giorgio e a Pietro conti di Lodrone, capitani delle Giudicarie, di riconoscerlo per tale. Questo privilegio fu rivocato dal vescovo successore2.

Nel 1457, il vescovo Giorgio investiva a titolo di feudo Antonio Schratemberg, tanto della decima di un maso a Roncaforte posseduta dal di lui padre Giampaolo, quanto di un dosso su cui giaceva il castello

  1. Archivio vescovile.
  2. Miscellanea Alberti, T. VI, fol. 232.