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Sebbene la Curia Romana negasse la conferma di Giovanni d’Isnina a vescovo di Trento, il duca Federico, lo mise in possesso del castello del Buon Consiglio, di Riva, del castello di Tenno e d’altra picciola parte del territorio, e obbligò i cittadini di Trento a prestargli il giuramento di fedeltà.

Nel 1422 il comune di Trento accettò e pubblicò le leggi intorno al lanificio prescritte dal duca Federico, che s’intitola avvocato e difensore della Chiesa Trentina, e signore e governatore del Principato1.

In luogo di Giovanni d’Isnina, papa Martino V aveva proposti a vescovo di Trento, l’un dopo l’altro, Ernesto vescovo di Gurck ed Enrico Flechtel; ma vennero respinti dal duca Federico, il quale accettò finalmente, nel 1423, Alessandro, duca di Mazovia, polacco, e zio, per parte di sorella, del re dei Romani Federico III. Alessandro fu confermato dal suddetto pontefice li 20 ottobre dello stess’anno. Fece il suo ingresso nella città di Trento li 26 di giugno dell’anno seguente, giorno di S. Vigilio. Subito dopo, Federico, duca d’Austria e conte del Tirolo, gli chiese la investitura del castello e giurisdizione di Altenburg in Eppan, del castello di Enno colla valle di Trodena, del castello di Pergine, del castello di Nomi, di quello di Castelfondo nell’Anaunia, della giurisdizione di Caldaro e di tutti i feudi prima accordati ad Enrico di Rottenburg; del castello di Greifenstein, del campo di Enno, ove si fanno le zattere; del castello di Pietrapiana e

  1. Arch. Munic. Trid. Hippoliti, Comp. rer. Trid., MSS.