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Altemanno, discendente dall’illustre lignaggio dei Conti di Baviera, fu creato vescovo di Trento nel 1124. Nello stesso anno, ritrovandosi egli in Arco coi conti Arpone e Adelpreto avvocati e con Enrico suo vicedomino, investì i vicini di Riva, sotto certi patti, del sito che si estende dal monte in cui nasce l’Albula sino al monte Brione, con facoltà di erigervi un castello per loro difesa dalla parte del lago1.

Una delle principali sue cure fu di provvedere i sacri ministri del bisognevole al loro grado e d’illustrare la Chiesa. Dal bel principio di sua reggenza, rimise in decoroso stato la Cattedrale con suo grave dispendio, la consacrò e vi ripose le reliquie dei martiri Vigilio, Sisinio, Martirio e Alessandro e d’altri santi2. Nel 1131 consacrò in Eppan una cappella, nel 1134 le chiese di S. Maria della Pieve di Fiemme e quella di S. Eliseo di Tesaro, nella stessa valle; nel 1135 l’altare dedicato alla Trinità e a Maria Vergine nella chiesa del monastero dei Cherici regolari di Suben sull’Enno, in cui collocò le reliquie dei santi Vigilio e Romedio, e dei di lui compagni Abramo e Davide.

Nel 1142, ritrovandosi il nostro Altemanno in Salisburgo, fu presente all’istrumento di donazione che fece quell’arcivescovo Corrado ai padri Agostiniani del luogo detto Feustrice; ed egli stesso donò in quella occasione alla Chiesa di Salisburgo la borgata di Suben

  1. Vedi Bonelli, op. cit. Τ. II, pag. 382.
  2. Pincius, Innocentius a Prato, Ferd. Ughellus, Diptychus Udalricianus.