Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/249


— 232 —

stro e dal Conte del Tirolo, sopra una differenza vertente contro i mercanti di Bolgiano pel pagamento dell’imposta ο colletta annuale di mille lire picciole a favore del vescovo di Trento; dalla quale essi mercanti, in forza di certi privilegi allegali, si riputavano esenti. Quest’alto dimostra che la città di Bolgiano, nel temporale, per metà ubbidiva al Conte del Tirolo e per l’altra metà al vescovo e principe di Trento1.

Sotto la data dei 27 marzo 1339 trovasi nell’Archivio registrata la quietanza spedita al vescovo Nicolò da Imberto cardinale, di aver esso pagati al Sacro Collegio dei Cardinali la somma di cinquecento fiorini d’oro pel comune servigio, e quella di trentun fiorino, soldi quattro e denari quattro pel servigio della famiglia cardinalesca2. Ai 18 di maggio di quest’anno, il vescovo Nicolò creò suoi procuratori Jacopo notaro e Bonaventura di Francesco Fabro di Trento, ad effetto di rinvenire e ricuperare i beni del Vescovato illecitamente occupati ο distratti. E in maggio dello stess’anno investì Pietro di Schennano e suo fratello Elindro di tutti i loro feudi antichi e diretti, obbligandoli, dopo aver prestato il giuramento di fedeltà, d’indicargli in iscritto, nel termine di un mese, tutti quei feudi che la loro famiglia riconosce dalla Chiesa di Trento. Altra simile investitura fece l’anno seguente a Corrado di Schennano e al di lui padre e al fratello3. Nell’agosto

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 146.
  2. Miscell. Alberti Τ. VI, fol. 176.
  3. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 135-136.