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estorsioni e violenze contro di lui e dei vescovi suoi predecessori commesse dal defunto Mainardo, Conte del Tirolo, l’Imperatore gli accordò un diploma, col quale dichiarava invalide tutte le investiture, donazioni e alienazioni feudali carpite dai Conti del Tirolo ai vescovi Egnone, Enrico e Filippo, in pregiudizio della Chiesa di Trento1.

Nel 1298 Giuliano di Palanco rifiutò nelle mani di Concelino, campano ο cantiniere di Trento pel duca di Carintia e Conte del Tirolo, ogni suo diritto sopra due pezze di terra nelle pertinenze di Zel, affinchè ne investisse Bonifacio dei Bellenzani, notaro2. E nel 1299, Stefano notaro e Concella, caniparii e collettori dei beni del Vescovato, in nome del duca Ottone e a titolo di locazione perpetua, investirono Enrico Magardi di alcune pezze di terra esistenti in Marniga e in Cognola3.

Frattanto Enrico, Ottone e Lodovico, figli del duca di Carintia e Conte del Tirolo Mainardo, ad onta delle giurate promesse e delle replicate ammonizioni, continuando nel dominio delle terre alla Chiesa di Trento usurpate, furono essi pure scomunicati. Da ciò provennero tali animosità e controversie col vescovo nostro, ch’egli fu obbligato, onde salvarsi dalla totale rovina, di unire le sue poche forze colle armi dei Co-

  1. Codice Wanghiano, pag. 419. Bonelli, Notiz. istor. crit. Τ. II, fol. 630. Monum. Eccl. Trid., pag. 79.
  2. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 197.
  3. Ivi.