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vescovo Filippo fu eletto, parla di lui, è una procura fatta nella città di Augusta da Guglielmo di Ezzelino di Egna, di consenso de’ suoi fratelli Ulrico ed Enrico, a Rodolfo, canonico di Bressanone, ivi presente, ad Ottone di S. Ingenuino, e a Rainoldo Stazonerio, cittadini di Bolgiano, ad effetto di rifiutare nelle mani del vescovo di Trento la terza parte dei beni, castelli e diritti feudali della Chiesa, comperati dal di lui fratello Ulrico; con che però esso vescovo ne dovesse investire Arnoldo di Velles e i di lui eredi1.

I figli di Mainardo, che giurarono di restituire il mal tolto dal padre loro alla Chiesa Trentina, non seppero anch’essi risolversi ad eseguire il debito loro; come si può rilevare agevolmente dagli atti giurisdizionali di mano in mano da essi esercitati. Fra gli altri noteremo questo, dell’anno 1296, con cui, Stefano notaro, sovrastante alle cantine del Conte del Tirolo, a nome di lui, e a titolo di locazione perpetua, investiva Odorico ed Enrico, ambi di Cognola, di un casale con alcune pezze di terra grezzive, nelle pertinenze di Cognola, e nel luogo detto alle Taverne2.

Fu solamente in quest’anno 1296, che il vescovo nostro, portatosi personalmente a visitare Adolfo re dei Romani in Francoforte, ottenne da lui la solenne investitura delle regalie e dell’amministrazione del temporale con piena giurisdizione del Principato. E nel medesimo anno e giorno, udite dal nostro vescovo le

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 149.
  2. Innocenzo a Prato, fol. 145.