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collo sborso di trenta lire veronesi ricuperò alcuni beni nella villa di Tenna da un Bellinacio di Levico1.

Avendo nella guerra dello scorso anno presa vivissima parte tutti i signori di Castelbarco, in alleanza col conte del Tirolo a’ danni del Vescovo, nel mese di agosto del 1279 seguì riconciliazione e pace tra esso, a nome del Principato e del Comune di Trento, e Bonifacio, Federico e Guglielmo di Castelbarco, Uberto, Azzone e fratelli di Brentonico, Matteo di Castelnuovo, Emanuele di Nomi, per mediazione ed arbitrio di Adelgerio vescovo di Feltre e di Belluno. I Castrobarcensi coi loro confederati, sostenuta una pubblica penitenza, e prestato il giuramento di ubbidire in futuro alla Chiesa di Trento ed al vescovo, furono prosciolti dalla scomunica2. Negli stessi giorni in Eppiano, presso la Chiesa di S. Paolo, seguì il solenne compromesso di tutte le vicendevoli ingiurie, danni e pretese tra il vescovo Enrico e Mainardo conte del Tirolo, nella persona di Adelgerio vescovo di Feltre e di Belluno; al quale il nostro prelato aggiunse come coarbitri Erardo di Zwingenstein, il giudice Nicolò Spagnolo, Concilino di Guinetto e Adelpreto di Formicario. Altrettanti ne aggiunse il Conte. Cotesto compromesso includeva anche tutti i loro fedeli ed amici, e doveva aver forza di legge e stabilità solamente fino alla festa di S. Martino. In seguito della pubblicazione di esso, il vescovo nostro assolse Mainardo e i suoi complici dalla scomunica; e

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 155.
  2. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 142.