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a Bonaventura dei Gervini, procuratore di Jacopino di Lizzana, di custodire Castelcorno a servigio del vescovo, del predetto Jacopino, e de’ suoi partigiani, consegnando ostaggi a Jacopino di Gardumo, in malleveria della promessa. In questo atto Sinibaldo di Castelcorno e il suddetto Cristiano s’obbligarono di non aderire ai Castrobarcensi e loro seguaci, nè di fare con essi tregua ο composizione alcuna; volendo di più che Jacopino di Lizzana procurasse che Sinibaldo fosse dal vescovo Egnone disimpegnato di recarsi a Trento, e che nondimeno gli fosse permesso di goder quietamente i suoi beni allodiali e feudali che possedeva nel tempo in cui fu fatto prigione. Con questi ed altri patti fu conchiusa la pace e rimessi d’ambe le parti i danni e le offese1. In questo medesimo anno, attesa la fedeltà, prudenza e costanza di Liabardo di Giovo, con un capuccio che teneva nelle sue mani, il vescovo investì feudalmente esso ed i suoi eredi del castello di Königsberg, situato presso S. Michele, assieme alla reggenza e gastaldia di quello; con patto espresso che in ogni urgenza restasse aperto al Vescovato2.

Nel 1264, per ordine del vescovo Egnone, furono rilevati e legalmente specificati tutti i diritti della Chiesa di Trento nella gastaldia di Mezzotedesco3. In quest’anno, con provvida cura, dal Consiglio generale della città di Trento vennero pubblicali alcuni statuti muni-

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 181.
  2. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 179.
  3. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 178.