Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/136


— 119 —

sue pertinenze e prerogative1. Nel medesimo anno, il podestà Sodegerio investì Riprando di Arco dei feudi di Lizzana, dei quali era stato privato Jacopo di Lizzana, come ribelle e traditore di Cesare e del Comune di Trento, per aver seguito la parte bresciana e dei signori di S. Bonifacio nella guerra mossa ai Trentini l’anno 1234, siccome fu accennato di sopra2. Ancora nel 1243 il Capitolo compose un suo statuto per la giurisdizione di Sovèro, una delle tre a lui soggette nel temporale; e nel seguente anno pubblicò un’addizione al medesimo, relativa ai matrimonii e alle eredità3.

Nel 1244, il vescovo Aldrighetto, volendo provvedere alla migliore custodia del castello di Vigolo, lo consegnò a Giordano e Montanaro, figli di Odorico di Pomarolo, investendoneli coi loro eredi, per merito della loro fedeltà, e perchè godendo essi di molti beni nel Trentino, erano in istato di continuargliela con profitto. Si riservava il diritto di apertura in tempo di guerra e di pace, e fissava l’annuo appanaggio di 120 lire veronesi, da esigersi dalla Mensa, quando però il vescovo amministrerà da sè il temporale, ma non quando questo, come al presente, venga retto dall’imperatore e dai suoi ministri4.

Nel 1245, il vescovo Aldrighetto investì, a titolo di locazione perpetua, Fostino, figlio di Azzolino, d’una

  1. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol 178.
  2. Miscell. Alberti, Τ. IV, fol. 230.
  3. Miscell. Alberti, Τ. V, fol. 184.
  4. Codice Wanghiano, pag. 381. Bonelli, Monum. Eccl. Trid., pag. 61.