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convento è ora distrutto; la chiesa coll’abitazione rimasta ed i beni si trovano in potere, non si sa come, della Prepositura di Trento.

Nel 1241, il nostro vescovo assolse il sottodiacono Guarimberto, figlio di Giovanni Bissolo da Caldaro, dalla scomunica incorsa per le usurpazioni da esso fatte in pregiudizio della chiesa di S. Floriano sopra Salorno; e ciò non ostante, lo investì nello stesso giorno della fraternità di quella chiesa, e un mese dopo lo constituì rettore e amministratore di quella con piena autorità1. Nell’ottobre di quest’anno, il vescovo nostro e Sodegerio, podestà imperiale, sborsarono quattromila lire veronesi a Erboto procuratore dei fratelli Federico e Beralo di Wanga, per disimpegnare quanto essi possedevano in Termeno, di ragione del Vescovato2. Nel medesimo anno, per ordine del vescovo nostro, furono pubblicati certi statuti concernenti il buon regolamento dell’ospitale dei leprosi di S. Nicolò di là dall’Adige, oggi incorporato alla Prepositura di Trento3. Nello stesso anno investì dell’antico suo feudo Odorico Panciera d’Arco, previo il giuramento di fedeltà4. Del 1241 è pure il testamento del conte Ulrico di Ulten, da esso pubblicato prima di partire per la crociata contro gl’infedeli, nel quale istituisce eredi Egnone, eletto di Bressanone, e i fratelli Federico e Giorgio, conti di Eppan5.

  1. Codice Wanghiano, pag. 374-377.
  2. Cod. Wangh., pag. 377-380.
  3. Bonelli, Notiz. istor. crit. Τ. II, pag. 581.
  4. Codice Wanghiano, pag. 380.
  5. Bonelli, Notiz. istor. crit., pag. 579.