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i morti si vendicano. È meglio dire un requiem per loro. Su, tutti in piedi. Requiem aeternam, dona eis, Domine....

E, così, la lieta cena di Natale fu iniziata con la preghiera per i morti. Bardo solo non rispondeva, con le labbra sottili serrate ad un enigmatico sorriso. Sapeva ben lui chi erano i morti che dovevano tornare, ma si guardava bene dal dirlo.

Intanto Gina scodellava la minestra, tirando su col mestolino di ferro le lunghe tagliatelle sottili come capelli biondi. La prima scodella fu per Pinòn; egli la prese fra le mani come un vaso sacro, e cominciò a mangiare lentamente, avvolgendo le tagliatelle nella forchetta, come usa la gente civile.

Anche lo zio Dionisio mangiava con lentezza, servendosi della mano sinistra; e chiudeva gli occhi per non vedere i nipoti, comprese le donne, bere in vino, vale a dire mangiare un po’ della minestra dentro le tazze colme di vino spumante.

Solo Giovanni si privava di questo piacere, per fargli compagnia nella sventura, ma anche perchè l’esempio dello zio, che per aver bevuto troppo, adesso non poteva più bere, lo frenava nel naturale istinto di famiglia.