Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/250


— 240 —


— Spariti, — ripetè il vecchio; e questa parola parve ricordargli tutto un mondo lontano. Si sollevò il più che poteva, appoggiandosi bene alla spalliera della sedia, e con un moto istintivo si sparse la barba sul petto, come per apparire più imponente, con una maestà primitiva di Dio giudice.

Del resto Pietro non se ne accorse: s’era rimesso a leggere: leggeva un fatto drammatico di cronaca, che lo teneva avvinto come un romanzo; e tornò a sollevare gli occhi alquanto impazientito quando si sentì di nuovo chiamare.

— Pietro? Hai sentito la faccenda della figlia del nostro padrone?

Le due ultime parole, che di solito gli riuscivano ostili, finirono di urtarlo.

— Padrone un corno. I padroni qui siamo noi.

— Questo non importa. Io volevo solo domandarti che ne pensi della scomparsa della bambina.

— Anzitutto non è una bambina perchè ha diciassette anni; e poi, che volete che ne pensi? Che ne so io?

— Insomma, tu te ne disinteressi completamente?

La voce del vecchio s’era fatta acuta: Pietro se ne sentì punto: i suoi occhi si