Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/248


— 238 —

il reato, che per lui era un delitto, e tuttavia sedesse tranquillo alla mensa famigliare, come Giuda fra gli Apostoli, più che collera e paura gli destava uno stupore angoscioso. Dunque, tutto nella vita è possibile: dunque, anche gli altri nipoti, dei quali egli credeva di veder l’anima come ne vedeva la presenza, lo stesso Giovanni, la stessa Annalena, potevano essere colpevoli di qualche misfatto: e si sentiva la terra mancare sotto i piedi: così l’albero secolare sulla china del monte, quando la terra frana alle sue radici.

La solita filosofia gli veniva a mancare con la stabilità della sua credenza cieca nel bene: sì, tutto passa, tutto un giorno sarà dimenticato: ma se non portiamo di là, nello spazio dove ci scioglieremo, un atomo di questa credenza nel bene, forse, ritornati atomi pure noi, continueremo a soffrire: mentre nel caso contrario tutto sarà gioia per noi, anzi saremo noi stessi la gioia.

Egli pensava queste cose a modo suo, e tornava a sperare che Pietro non fosse colpevole.

Dopo cena si mise a fare con le carte un complicato solitario, domandandogli la soluzione del problema: il gioco rispose che