Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/149


— 139 —

piccolo, quello che ha il viso di ragazza. Combinerete sul convento da scegliere.

Lia la guardava di sottecchi, come la cornacchia diffidente: si domandava se quella donna dalle carni possenti, che odorava di erba e di terra, non si burlasse di lei; ma era abbastanza maliziosa e già esperta della vita per pensare: «Lo so ben io a quale convento tu vuoi mandarci assieme».

E le parve che al ritorno del giro dei campi, Baldo venisse loro incontro per precedenti consigli della madre: lo guardò tuttavia, con quel suo sguardo rapido che subito si nascondeva, ma dopo aver raccolto come in una rete tutto quello che c’era da vedere, e si accorse che egli, bello davvero, alto e flessibile come una spiga matura col suo stelo, le piaceva fino in fondo al cuore.

— Sarà un bel pretin, — disse, non senza malizia, mentre Annalena affrettava il passo.

— Lo senti, Baldo, quello che dice Lia? Dice che sarai un bel pretino.

Egli arrossi e si fece severo: poichè non voleva si scherzasse su quelle cose. Tuttavia la madre insistè:

— Ed anche lei, questa qui, vuol farsi suora.