Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/134


— 124 —

tivatore tropicale, ch’egli s’era cacciato su un ginocchio. Anche il bastone egli aveva, e quando essi scoprirono che il pomo era una testa di cane lavorata in osso, cominciarono a ridere furbescamente: pareva si burlassero di tutto l’assieme.

Piano piano anche Gina, smesso il lavoro, s’era avvicinata al gruppo ed ascoltava con interesse le parole di Urbano; ma le pareva che quelle parole, sebbene sincere, risonassero troppo, come d’uno che produce chiasso intorno a sè per nascondere il rumore di quello che veramente fa. Egli diceva:

— Le famiglie fortunate sono quelle più numerose. Ci saranno i figli che vanno male, ma ci sono anche quelli che vanno bene: è come una bilancia sempre in moto; mentre quando non si hanno figli, o se ne ha uno solo, la bilancia è ferma. Ed allora a che serve? A me, dico la verità, piace il chiasso ed il movimento: azione, ci vuole, per esser vivi. Guadagnare per spendere, spendere per guadagnare. Divertirsi anche, ognuno a modo suo, ma senza far male a nessuno, almeno nei termini della legge. Mia moglie, invece....

Gli occhi delle donne si animarono. Ecco che egli veniva a parlare dell’argomento