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294 le anime oneste

strinse pazzamente al petto, mentr’ella arrossiva e tremava come una foglia.



Il sogno di Sebastiano s’era dunque avverato.

La chiesa di San Giacomo s’era trasformata in una casa colonica, un po’ strana e pittoresca nell’insieme, che colpì vivamente la fantasia di Anna. Ella s’era immaginata un casamento bianco, uniforme, benchè il cugino le avesse scritto come e qualmente la sua casa sorgesse sugli avanzi di una chiesa.

Veramente della chiesa non restava che la facciata, che veniva anche assai alterata dalle finestre e da una porta guarnita di scalinata esterna. Due fabbricati nuovi fiancheggiavano la vecchia chiesa. Tetti di tegole sarde ben cementate di calce; poggiuoli di ferro e di legno; una terrazza dalla balaustrata di mattoni, grandi finestre munite d’inferriata, scale esterne; loggie, e una specie di portico davanti al cortile: un insieme pittoresco.

Oltre l’appartamento del padrone, con annessa cucina, c’erano due ampie cucine, o